Il Ministero degli Interni ucraino ha emesso a metà ottobre una statistica estremamente preoccupante sugli smarrimenti e le sparizioni delle armi da fuoco nel Paese. Le cifre sono allarmanti sia perché sono altissime sia perché si conosce già la fine che fanno molte delle pistole e delle carabine andate “perdute”: il mercato nero.
Come riferisce il sito Strumenti Politici, le armi portatili registrate che sono state segnalate come sparite o rubate erano 491.426 a settembre. Il fenomeno è più che raddoppiato negli ultimi due anni. I pezzi che mancano sono per la maggior parte gli AK47, cioè i fucili d’assalto, ben 149mila unità. Mancano anche fucili da caccia, pistole, carabine e mitragliatrici. Dunque sia armi da difesa personale sia da combattimento. Parte di essere erano quelle distribuite nel 2022 dal governo ai cittadini in vista della resistenza all’occupazione russa. Il viceministro degli Interni Bohdan Drapyatyi afferma che al momento potrebbero esservi fra i 2 e i 5 milioni di armi da fuoco in circolazione nel Paese senza che si sappia ufficialmente dove sono e chi le detiene. Spiega inoltre che è impossibile determinarne il numero preciso.
A questo scopo potrebbe servire una riforma del sistema di concessione delle armi, a partire da una nuova legge che però viene rimandata ormai da decenni. Stanno cercando di venire in soccorso gli alleati europei, in particolare Germania, Finlandia, Francia e Polonia, che hanno finanziato un seminario di esperti organizzato a fine agosto dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). L’intenzione è di contrastare le “crescenti minacce poste dal traffico illecito di armi da fuoco, munizioni ed esplosivi” formulando nuove norme sul controllo delle armi portatili.














