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Economia e lavoro | 22 dicembre 2025, 12:02

Le aziende di Torino "fanno il callo" alla crisi: il 2026 promette bene anche grazie al nuovo approccio Ue sull'auto

Il clima di fiducia tra le imprese è migliore sotto la Mole rispetto al resto della media regionale. Aumentano gli ottimisti e la propensione a investire, ma l'export zoppica ancora. Gay: "Accelerare sui dossier ancora sospesi"

Migliora il clima di fiducia tra le imprese torinesi

Migliora il clima di fiducia tra le imprese torinesi

Ci si abitua a tutto, anche alle crisi internazionali e alle incertezze geopolitiche. Lo dimostra l'ultima indagine congiunturale effettuata da Confindustria Piemonte e dall'Unione Industriali di Torino, che mette in luce anche i primi segnali di inversione di tendenza per l'approccio dell'Europa all'automotive. Nella città della Mole, in particolare, il clima di fiducia è ancora prevalentemente positivo: in vista del primo trimestre del 2026, si registra una crescita nelle previsioni per la produzione (+10,5%, in aumento di 4,4 punti rispetto a settembre), gli ordini (+10,0% in crescita di 4,4 punti) e l'occupazione (+8,9%, superiore di 0,5 punti). 


Torino meglio del Piemonte

Un clima che - a differenza del resto del Piemonte - coinvolge anche il comparto manifatturiero, dove il saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione si attesta al +1,5% (da -3,2% di settembre). Migliora di circa 2 punti percentuali anche la propensione a investire in nuovi impianti, con il 23,6% di imprese che dichiara di avere programmi di spesa significativi. Risulta stabile il ricorso alla cassa integrazione, che interessa il 12,1% delle imprese (il 18,3% nell’industria, in rallentamento di 0,6 punti). Cala leggermente il tasso di utilizzo di impianti e risorse (76%), che rimane sui valori medi di lungo periodo. Nel capoluogo si registrano attese ancora negative per le esportazioni (-5,2% il saldo ottimisti/pessimisti).

Gay: "Dall'Europa segnali sull'auto nella direzione sperata"


Pur in un contesto che permane essere di forte incertezza le indicazioni che ci arrivano dalle imprese nell'analisi congiunturale per l’avvio del 2026 inducono a un cauto ottimismo. Le prime indicazioni a livello europeo sul settore automotive sono certamente un primo segnale che va nella direzione che abbiamo sempre auspicato, soprattutto per quanto attiene alla neutralità tecnologica. Allo stesso modo vanno accolte le norme a sostegno degli investimenti delle imprese inserite dal Governo in manovra di Bilancio, che adesso devono essere confermate e vedere velocità di attuazione nei decreti attuativi. L’anno che sta per iniziare però è anche l’ultimo del Pnrr e i timori legati all’export riguardano ora soprattutto i nostri partner europei, ed avranno probabilmente un impatto sulle filiere industriali dove siamo protagonisti. Ecco perché più che mai, serve un’attenzione costante e un’accelerazione sui dossier che ancora restano sospesi, dal costo dell’energia alle infrastrutture, dalla formazione all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, dal costo del lavoro alla dimensione delle nostre imprese, mettendo al centro intelligenza industriale ed investimenti”, commenta Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino

I numeri del Piemonte


A livello regionale, le imprese mostrano attese complessivamente positive per occupazione (saldo ottimisti/pessimisti al +6%) produzione (+3,2%) e ordini totali. Negativi i consuntivi di export (-5,3%) e redditività (-1%). Aumenta di 3,1 punti percentuali la propensione a investire, che interessa il 77,1% delle rispondenti, mentre il 25,3% delle imprese ha programmato l’acquisto di nuovi impianti, un dato in crescita di 1,8 punti rispetto a settembre. Il tasso di utilizzo di impianti e risorse resta stabile al 77%, mentre varia poco il ricorso alla CIG, attivata dal 10,9% dei partecipanti all’indagine, percentuale che cresce nel manifatturiero, dove raggiunge il 14,9% (-0,4 punti percentuali rispetto alla rilevazione di settembre).

In Piemonte si confermano andamenti settoriali differenziati. Il manifatturiero soffre ancora: segno meno per tutti i principali indicatori: produzione (-3,9%), nuovi ordini (-4,5%), redditività (-6,8%) ed export (-6%). A soffrire è soprattutto il comparto metalmeccanico (il saldo fra ottimisti/pessimisti per la produzione, negativo da 10 trimestri, è pari a -7,5%), soprattutto automotive e metallurgia, ma registrano segno meno anche manifatture varie (gioielli, giocattoli, ecc. -24,0%) e cartario grafico (4,8%). Prudenti le attese per tessile-abbigliamento (0,0%). Sono, invece più ottimistici gomma-plastica (+2,3%), alimentare (+11,9%), edilizia e impiantisti (rispettivamente +4,5% e +16,7%). Migliore il clima di fiducia nel terziario, grazie ad una minore esposizione alle oscillazioni dei mercati esteri di questo periodo storico. Tutti i comparti esprimono attese favorevoli, pur con diversa intensità. Particolarmente positive le attese per commercio e turismo (+30%), servizi alle imprese (+24,2%), ICT (+10,0%) e trasporto di merci e persone (+8,7%).
Com’è facilmente intuibile, dato il contesto internazionale, la positività delle attese è inversamente proporzionale alla quota di export sul fatturato: le aziende che esportano poco hanno attese sulla produzione più ottimistiche (+8,9% per le aziende che esportano una quota inferiore al 10% del fatturato). In equilibrio le attese delle aziende che esportano una quota tra il 10 e il 30% (saldo ottimisti pessimisti pari a 0,0). Negative le attese per le altre classi: -5,6% per le aziende che esportano il 30-60% e -3,9% per quelle che esportano oltre il 60%. 

Amalberto: "Adattarsi velocemente al mercato"

Le imprese piemontesi approcciano il 2026 confermando la volontà di investire per far crescere e sviluppare le proprie imprese. Non è una scommessa, ma un vero grande gesto di fiducia che va colto e valorizzato da tutti coloro che compongono il nostro tessuto economico. Quello che ci aspetta sarà un altro anno molto sfidante proprio come il 2025 che dopo molti, forse troppi, timori ha invece registrato un andamento più sostenuto del previsto negli ultimi mesi. Un risultato ottenuto grazie alla capacità delle nostre imprese di sapersi adattare velocemente al mercato, sia come sbocchi commerciali che come offerta di prodotti, processi e tecnologia. Chi guarda al Piemonte sa di poter trovare in questo territorio risposte efficienti e avanzate, una qualità che ci riconoscono partner italiani e stranieri, in maniera trasversale ai settori e alle filiere”, conclude Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Massimiliano Sciullo

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