Ancora un segnale di una crisi che non abbandona il nostro territorio. E' quello che arriva da Unioncamere Piemonte, che tirando le somme del 2018 registra 24.156 "nascite" in tutta la regione, ma a fronte di 26.136 cessazioni. Dunque, un saldo negativo di quasi duemila unità.
Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2018 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 432.583 unità, confermando il Piemonte in settima posizione tra le regioni italiane, con oltre il 7,1% delle imprese nazionali. “La crisi che ha colpito il tessuto imprenditoriale regionale continua a perdurare: il tasso di crescita delle imprese piemontesi è ancora negativo, e soprattutto in controtendenza rispetto al dato italiano. L’ossatura del sistema produttivo regionale continua, infatti, ad essere costituita soprattutto da aziende di piccole e medie dimensioni, pur ospitando anche realtà più grandi: sicuramente la forte frammentazione produttiva non ha aiutato le imprese del territorio a resistere al meglio alle prolungate difficoltà. Le Camere di commercio, in sinergia con gli altri attori istituzionali, devono continuare a offrire tutti gli strumenti necessari per porre fine a questo trend, grazie a servizi di accompagnamento all’imprenditorialità, match tra domanda e offerta lavorativa e know how innovativo” commenta Vincenzo Ilotte, presidente Unioncamere Piemonte.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,45%, peggiore rispetto al dato registrato nel 2017 (-0,22%) e ancora in controtendenza rispetto alla media italiana (+0,52%) del 2018. A livello nazionale il bilancio imprenditoriale risulta attivo per quattordici delle venti regioni. Il Lazio registra la crescita più sostenuta (+1,57%), seguito dalla Campania (+1,34%) e dalla Puglia (+0,91%). Rispetto al 2017 migliorano i trend evidenziati da Trentino, Liguria, Abruzzo e Molise, per tutte le altre realtà territoriali il 2018 è stato un anno peggiorativo.
La contrazione registrata a livello medio regionale è scaturita dagli andamenti negativi rilevati nella totalità delle realtà territoriali. Biella ha mostrato il tasso più negativo (-1,59%), seguita da Alessandria (-0,84%). Al di sotto del dato piemontese troviamo anche Cuneo e Vercelli, con un tasso rispettivamente pari a -0,59% e -0,53%. Asti si colloca in linea con la media regionale (-0,43%), lievemente meno negativi i risultai evidenziati dalle altre province: Torino (-0,31%), Verbania (-0,30%) e Novara (-0,18%).
Per quanto riguarda i settori di attività economica, nel 2018 gli "altri servizi" hanno sperimentato la performance migliore (+0,79%), seguiti dal comparto del turismo (+0,60%). Negativo l’andamento segnato da tutti gli altri comparti. In particolare le costruzioni (1,09%) e il commercio (-1,12%) registrano una contrazione di circa un punto percentuale. L’industria in senso stretto evidenzia un tasso di variazione del -1,19%; il risultato meno incoraggiante viene registrato, ancora una volta, dall’agricoltura, la cui contrazione della base produttiva si attesta al 1,58%.