Torino e la Puglia unite da una cultura millenaria: i Musei Reali celebrano questo storico legame con l'esclusiva mostra "Le armi e il potere: l'Arcangelo longobardo", frutto di una proficua collaborazione tra diversi enti che vedrà profilarsi, per tutto il 2019, ben quindici mostre temporanee a livello nazionale.
Un allestimento, questa torinese, che è parte integrante del progetto "Longobardi in vetrina", promosso da Mibac e Associazione Italia Langobardorum. "L'Arcangelo, con questo dono, ha fatto un vero miracolo", ha detto Gabriella Pantò, direttrice del Museo di Antichità, che conserva una delle maggiori collezioni longobarde in Italia. E ospiterà fino all'11 maggio il calco delle epigrafi di apparato incise sulle strutture del santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano, a Monte Sant'Angelo, vicino a Foggia.
Una figura, quella di Michele, che compare nella Bibbia come un angelo guerriero, a capo delle milizie celesti, custode del popolo di Dio. E proprio con un'arma impugnata - che sia la spada o lo scudo - è entrato nel culto delle terre nel Gargano dopo l'arrivo dei Longobardi, nel VII secolo, divenendone il patrono.
Tra i principali calchi esposti a Torino, un'epigrafe dedicatoria a Romualdo I, finanziatore nel 600 di lavori di ampliamento del santuario, e l'invocazione all'Arcangelo nel pellegrinaggio effettuato nel 700 dal duca Romualdo II con la moglie.
Accanto a queste testimonianze vengono mostrate anche altre opere archeologiche simbolo della diffusa penetrazione longobarda in Piemonte.