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Eventi | 02 maggio 2019, 09:45

Cibo poetico nell’agorà dell’arte: i mercanti di Porta Palazzo si preparano al debutto

Appuntamento domenica 12 maggio con "Il Mercato dei Poeti" dalle 21.30 alle 23.30. Il 14 i partecipanti si ritroveranno per decidere le strade future da intraprendere. Gli organizzatori: “Vorremmo fosse un evento replicabile”

Cibo poetico nell’agorà dell’arte: i mercanti di Porta Palazzo si preparano al debutto

Pittura, versi, improvvisazione, magia. Ma anche temi sociali, racconti di protesta e integrazione, uguaglianza e libertà. È questa la nuova merce in arrivo sui banchi di Porta Palazzo per l’esclusivo “Mercato dei Poeti”, domenica 12 maggio, all’interno del Torino Fringe Festival. Una serata di performance di strada nella caratteristica cornice di piazza della Repubblica, dove a essere “venduti” non saranno frutta e verdura, ma liberi atti artistici vis-à-vis con l’acquirente-spettatore.

Dopo la call lanciata sui social qualche settimana fa (chiusa il 30 aprile), e una serie di sopralluoghi con gli interessati nella location dell’evento, il mercato è pronto per essere imbastito. Oltre settanta gli artisti già selezionati, ma è possibile che altri se ne aggiungano fino a esaurimento dei banchi disponibili.

Abbiamo ricevuto moltissime richieste, persino da altre parti d’Italia”, spiega Rasid Nikolic, uno degli organizzatori che affiancano l’ideatore Federico Toso nella logistica e comunicazione. “L’indicazione principale è stata quella di portare un’idea nuova, originale, non riproporre un’esibizione già consolidata. E, soprattutto, sfruttare al massimo l’interazione con il pubblico, a tu per tu, proprio come accade abitualmente nelle dinamiche del mercato”.

E sarà nella sospensione dal caos quotidiano che Porta Palazzo riscoprirà un lato inesplorato della sua essenza: nella quiete della stasi, ecco brulicare il formicolio di anime in cerca di ristoro e nutrimento. “Ritrovarsi vestiti solo di fibra poetica”, si legge nel manifesto dell’evento. “Fare come se non ci fosse il domani delle necessità economiche. Essere noi a generare i colori, gli odori, le grida, le origini culturali, le allusioni poetiche, i mondi multiformi che il mercato della mattina crea intorno alla circolazione del cibo per il corpo”.

E l’offerta sarà davvero ricchissima e variegata, con l’intento di rigenerare l’antica agorà della cultura classica, lo spazio democratico per eccellenza, la piazza dove si intessono relazioni umane di scambio e confronto.

Ci sarà la pittura con le dita (ma anche palmo e dorso della mano) di Daniel Tutuianu, che inviterà i passanti – bambini e adulti – a sporcarsi di colori assieme a lui. Oppure la poetessa Diana Rivadossi, che, partendo da uno spunto lanciato dallo spettatore, disegnerà o scriverà poesie in “ispirazione simultanea”. Ci si potrà perdere nel fantasmagorico Regno dei Falliti con gli artisti Lorenzo e Fabio, un paese fittizio dove i cittadini sono i membri più inetti di ogni società, giunti al mercato per promuovere il turismo presentando, come prodotti tipici, i rifiuti della gente normale. O fare un incontro ravvicinato con gli oggetti parlanti dell’Antro degli Erranti, con Valentina Sparvieri e Isidoro Concas, tra ammennicoli magici, gemme preziose e orologi senza lancette.

Non mancheranno, poi, le poesie in bottiglia di Davide Galipò – veri e proprio “fogli messianici da messa atea” - e le degustazioni liriche e sonore dell’associazione “Due fiumi”. E come non essere attirati dall’Incantastorie (Stefano Cavanna), rosso e mancino come i più temuti e perseguitati outsider di età antica, o dalla sciamana russa Anya Mikchailova, che guida gli astanti in radicali atti di guarigione collettiva.

O, ancora, le letture teatralizzate di Eleonora Von Duse, Nicola Pellegrino e Anna Mazzucco, dove la lettura dei tarocchi assume le forme di una performance magica, curiosa, tragi-comica, e gli Arcani Maggiori prendono letteralmente vita. E attenzione alle insidie della Medea di Cristina Ayelet Lagorio, che sperimenta il celebre monolgo di Euripide quale flusso di mutamenti energetici nel “corpo immaginario” dell’attore in trasformazione.

Il 14 maggio – spiega Rasid – ci ritroveremo tutti a Porta Palazzo, seduti in cerchio, per scambiarci opinioni sull’esperienza e decidere il da farsi. Il nostro desiderio è di portare avanti il lavoro, magari creando un collettivo a partire da settembre, e replicarlo in altri momenti e luoghi. Aveva senso scegliere questo quartiere come punto di partenza perché divide nettamente il centro città, bello ed elegante, dalla periferia in sofferenza di Aurora, dove è alto il livello di residenti stranieri. Il mercato serve anche a questo, a unire le culture. Non mancheranno infatti alcuni poeti arabi, quella sera, tra l’altro proprio nel periodo del Ramadan”.

Ai mercatari che ci ospitano – continua – vorremmo lasciare qualcosa, un segno tangibile del nostro passaggio, anche solo una semplice traccia poetica lì, sul banco a noi concesso, dopo aver ripulito e rimesso tutto in ordine terminato l’evento”. Sì, perché il rispetto del suolo pubblico, così come degli artisti attorno a sé, è la prima regola che ogni performer dovrà rispettare in sede di mercato. Un’attenzione al luogo condiviso che va nel segno di una solidarietà comune.

Il mercato è soprattutto integrazione – conclude Rasid, che, notissimo a Torino per le performance di strada con le marionette di produzione propria – sarà presente in un banco con un’esibizione un po’ particolare. “Assieme a mia sorella [Ivana Nikolic, ballerina di danze gitane, ndr] narreremo a chi vorrà ascoltare un po’ di storia e tradizioni dei popoli rom. C’è tanta ignoranza e pregiudizio al riguardo. Chiunque potrà sedersi e farci tutte le domande possibili, a mo’ di intervista. Saremo felici di raccontarci”.

Giovedì 9 maggio, alle 21.30, si terrà un incontro generale tra tutti i partecipanti direttamente in piazza, con sperimentazione attiva delle dinamiche di relazione tra i banchi. 

Manuela Marascio

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