Finora sono stati in 160, ma a loro stanno per aggiungersene altri 80. Sono i ragazzi che parteciperanno al progetto "Talenti per l'export" che la Fondazione CRT propone per il terzo anno.
Un corso di alta formazione che potrà sfociare, per 30 di loro, in un tirocinio di sei mesi all'estero presso aziende partner. Per chi vuole partecipare, c'è tempo fino all'11 ottobre (sul sito www.fondazionecrt.it). Il corso durerà 160 ore tra novembre e aprile 2020 e spazieranno dai casi pratici all'economia aziendale, fino al digital marketing. E formerà figure di "export manager".
In base all'indagine condotta sulle due edizioni precedenti, il 93% dei partecipanti ha occupazione stabile e di questi il 63% è assunto a tempo indeterminato. Uno su due ha trovato la sua strada proprio nel campo dell'export e dell'internazionalizzazione.
Di coloro che hanno un lavoro stabile, ben il 72% è rimasto in Piemonte. Il 19% in altre regioni e il 9% all'estero. Il 51% lavora ancora o ha lavorato nell'azienda in cui ha svolto il tirocinio. Lavorare in gruppo, acquisire competenze di problem solving, autonomia, flessibilità e autostima che spinge a mettersi in gioco: questi gli insegnamenti che chi ha partecipato dichiara di aver ricevuto.
"In un clima di serenità, gioia e allegria si possono fare comunque cose assolutamente serie - commenta il presidente della Fondazione CRT, Giovanni Quaglia -. Il progetto fa parte della nostra grande famiglia dei Talenti (gli altri sono per Impresa e Fundraising, ndr) che ci viene invidiata e che stiamo esportando in Italia. È un investimento in capitale umano, che privilegiamo sempre di più in tutti i settori, in raccordo con le aziende. Quelle aziende che proprio nell'export hanno trovato la loro dimensione ottimale per espandere il proprio business".
"Non vogliamo assolutamente sostituirci all'Università, ma vogliamo aggiungerci, dando uno spunto di approfondimento e di confronto - aggiunge Quaglia -. Ci teniamo molto e la squadra che segue questi progetti è molto capace, soprattutto di ascoltare le nuove necessità del territorio cui facciamo riferimento".
Un percorso formativo che arriva proprio in un momento in cui i dati export piemontesi non sono brillanti e il quadro geopolitico non promette bene. "Sono condizioni difficili - spiega Anna Beatrice Ferrino, vicepresidente di Fondazione CRT - ed ecco perché le risorse giovani sono importanti per intercettare nuovi target e possibilità. Le nostre aziende ne hanno bisogno".