Siamo a 330 vittime segnalate di transfobia nel 2019. Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo il Transgender Day of Remembrance (T-Dor) per ricordare l’atroce violenza che ogni anno si scaglia contro le vite di persone trans a causa di un’intollerante ignoranza e pregiudizio diffuso nella società.
La città di Torino, una delle città più aperte e ospitali di tutta Italia, da qualche tempo ha iniziato a porre l’accento su iniziative relative al mondo LGBT. In occasione del T-Dor, ha finanziato e sostenuto eventi di formazione e inclusione sociale per far conoscere questa realtà ai propri cittadini.
Grazie al contributo ricevuto, le associazioni Uonnabi e Museo Nazionale del Cinema hanno dato vita al Trans of Turin, una mostra fotografica che racconta la storia di vita di otto persone trans che vivono a Torino. È possibile visitare la mostra fino al 27 novembre presso l’Off Topic in via Giorgio Pallavicino, 35. Sono stati ospiti all’inaugurazione del 19 l’assessore per le pari opportunità, Marco Giusta, grazie al quale l’importanza per queste iniziative è stata messa in rilievo, e i protagonisti degli scatti.
Il senso di fondo dello shooting fotografico è l’abitare a Torino. Le persone che hanno scelto di condividere la propria storia in questa occasione provengono da diverse realtà italiane.
La storia di Lee, Napoli, FtM.
“Ma tu cosa sei?”: Lee, un ragazzo non binario di origine napoletana trasferitosi a Torino, ha raccontato come spesso le persone nella sua terra d’origine gli facessero questa assurda domanda. Non è bello sentirsi chiedere cosa si è o cosa non si è, quando al fondo di tutto ci si dimentica spesso che dietro a un sesso e a un genere c’è sempre una persona. Il trasferimento al nord ha portato, sì, alcune difficoltà, ma molti aspetti positivi, infatti il ragazzo ha dichiarato durante la cerimonia: “Torino è una città tranquilla, mi fa sentire accettato e a casa. Mi fa sentire bene”. Lee è uno dei rappresentanti della neonata associazione Fuori Dai Binari, che unisce persone che condividono una stessa realtà: “L’associazione nasce in un contesto in cui noi siamo ai margini. Pensate a LGBT. La T è posta alla fine e delle volte neanche viene messa”. Fuori Dai Binari è una dimensione giovanile che fa informazione e organizza diversi eventi, ma la particolarità è la capacità di riuscire a vedere oltre i due margini estremi di definizione del genere: “Non ci piace essere ingabbiati in qualsiasi definizione. Nel momento in cui non esiste ambiguità o timore che non si riesce a mettere a fuoco, a definire un qualcosa, poi quando guardi quella sfumatura che sta in mezzo tra il bianco e il nero ti accorgi che è molto bello”.
Per chiarire meglio le varie e dettagliate definizioni di genere è possibile visitare il seguente sito web dell’associazione: https://www.fuoridaibinari.it/il-non-binarismo-di-genere/ .
La storia di Annalisa, Torino, MtF.
“La disperazione ti porta a fare quella scelta e il coraggio è arrivare fino in fondo a quella scelta, cascasse il mondo! Infatti, io ho perso il lavoro”. Annalisa è una donna nata e cresciuta a Torino, padre di due figli che hanno vissuto con lei il momento importante della transizione. La sua famiglia è stata messa davanti a grandi difficoltà, ma dal momento in cui lo Stato le ha riconosciuto lo status di donna e ricevuto i nuovi documenti, tutto è cambiato, è cambiato qualcosa realmente dentro di lei.
Conclude Giovanni Mauriello, membro di Uonnabi: “È importante testimoniare, perché è necessario far notare come sia difficile la vita di una persona trans e progetti come questi non avrebbero senso di esistere altrimenti. È importante ragionare sul fatto che c’è ancora molto da lavorare e ringraziamo chi oggi ha voluto condividere la sua storia”.