/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 22 dicembre 2019, 08:00

Il buio oltre l'albero di Natale: le piccole e medie imprese torinesi prevedono un 2020 lacrime e sangue

In calo le previsioni di produzione, fatturato, occupazione e investimenti. Il presidente di Api Torino, Corrado Alberto: “Basta ostacolare e criminalizzare le imprese. Serve una politica industriale che guardi alla competitività e non solo a nuove tasse”

Il buio oltre l'albero di Natale: le piccole e medie imprese torinesi prevedono un 2020 lacrime e sangue

Il futuro oltre l'albero di Natale e le sue luci è piuttosto fosco. Una volta che saranno smontati festoni e decorazioni, le certezze saranno ben poche. Lo testimonia la nuova indagine congiunturale di Api Torino, che etichetta il 2020 come un anno "lacrime e sangue" per le piccole e medie imprese. Andranno a calare, infatti, tutti i parametri economici: le previsioni di produzione, fatturato, occupazione e investimenti.

“Le indicazioni che ci arrivano dalle nostre imprese non lasciano spazio a dubbi - commenta Corrado Alberto, presidente di Api Torino - l’unico indicatore che cresce è quello riferito al livello dei pessimisti. Tutto questo, poi, arriverà dopo un 2019 che non è certo stato positivo”. “E’ evidente - aggiunge - come, di fronte ad una prospettiva di questo genere, sia necessario avviare una politica industriale più decisa e nuova sia a livello locale che nazionale. Le imprese non possono più aspettare i distinguo della politica, il proliferare di nuovi partiti, le diatribe di corrente e i dibattiti in televisione. Occorrono misure che diano competitività a questo territorio e al Paese. Misure che si chiamano abbattimento del costo del lavoro, aumento degli investimenti in infrastrutture, sostegno alle aggregazioni d’impresa e all’export, diminuzione del costo dell’energia, lotta alla burocrazia, accelerazione delle decisioni, equità fiscale, attenzione alla sicurezza del territorio e sostegno per la compatibilità ambientale delle produzioni”.

Scorrendo le cifre, i brividi lungo la schiena sono piuttosto comprensibili. Le previsioni degli imprenditori torinesi evidenziano una chiara e prevalente preoccupazione per la prima parte del 2020: il 45% si dice pessimista. In questo modo il grado di fiducia scende di quasi 10 punti percentuali rispetto alle ultime rilevazioni, giungendo ai livelli del 2013: -20,4%. Ampiamente negative anche le previsioni sui livelli di produzione (-23,1%), mentre la capacità di utilizzo degli impianti continua progressivamente a ridursi (67,3%). Giù anche fatturato (-19,2%), occupazione (-9,1%) e investimenti, che porta la quota delle future spese al 41,2% dal 72,5% di dicembre 2019. Si prevede inoltre un aumento della domanda di accesso al credito da parte delle aziende.


D'altra parte, se queste sono le previsioni, i numeri a consuntivo non permettono altri spazi all'ottimismo: nel secondo semestre del 2019 l’economia locale si è vertiginosamente indebolita. I saldi su Produzione, Ordini e Fatturato si contraggono di oltre 20 punti percentuali, il fatturato per mercati geografici ha colpito indistintamente ogni punto del mappamondo, mentre la produzione industriale registra una flessione di 23 punti. In tutto questo, i ritardi di pagamento continuano a rappresentare una piaga cronica per la piccola e media impresa: il 72,3% delle imprese vanta crediti scaduti. Nel 43,6% dei casi si tratta di crediti scaduti da oltre 60 giorni.

“Quanto ci aspetta nei prossimi mesi - conclude Alberto - è anche presagio di altre chiusure aziendali che significheranno ulteriore impoverimento del territorio e del Paese, oltre che aumento del disagio sociale. Invece di pensare a ostacolare e in alcuni casi a criminalizzare le imprese, sarebbe bene pensare tutti a come aiutarle anche per il loro ruolo nell’ambito della società e del territorio. La Manovra 2020 da questo punto di vista va nella direzione opposta e testimonia dell’incapacità di pensare a strumenti realmente efficaci per lo sviluppo. Noi imprenditori siamo pronti a fare la nostra parte, ma non possiamo fare tutto da soli”.

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium