La paura di perdere il posto di lavoro come sgradito regalo sotto l’albero. Non sarà un Natale sereno quello vissuto dai dipendenti ex Auchan: il loro gruppo infatti è stato acquistato da Conad, dopo una trattativa complessa, che non dà alcuna garanzia ai lavoratori dal punto di vista occupazionale. I numeri, in tal senso, sono impressionanti: le persone coinvolte a livello nazionale sono 16.000. L’azienda ha dichiarato l’esubero di un terzo dei lavoratori, 6000. In Piemonte i dipendenti con una spada di Damocle sulla testa sono 1500.
Per questo motivo, questa mattina, dopo aver indetto uno sciopero, i dipendenti torinesi si sono ritrovati in via Garibaldi angolo via Milano per sensibilizzare cittadini e istituzioni circa la loro situazione. “Vogliamo difendere il nostro lavoro e il nostro futuro, ci occorre il sostegno di tutti. Buon Natale, anche se per noi sarà poco sereno” si legge sul volantino divulgato dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat e Uiltucs.
I vertici della nuova azienda d’altra parte non hanno dato alcuna garanzia, né comunicato il piano aziendale. C’è di più: all’incontro con i sindacati non si è presentato nessuno, rappresentante legale a parte. Quel che è certo è che, pur non conoscendo il piano industriale, la volontà di Conad è quella di ridurre le superfici sino al 50%. A Torino e nel torinese, sono tre gli ipermercati coinvolti in questo processo decisionale: l’Auchan di corso Romania, l’ipermercato di Rivoli e quello di Venaria. A Cuneo è presente un altro punto vendita. Esemplare, per certificare la confusione che vige in questo momento, quanto accaduto a Rivoli: il Conad ha chiuso a metà mese per lavori di ristrutturazione, ma i dipendenti non sono a conoscenza dei tempi di riapertura e di eventuali esuberi.
Difficile non temere che questo non possa avere ripercussioni sui livelli occupazionali, soprattutto se si pensa che nel novembre 2019, la cassa integrazione in Piemonte è aumentata del 99,1% rispetto a una media nazionale del 19,5%: a renderlo noto è la Uil Piemonte. Con 6.891.428 ore richieste (+67,4% di ordinaria e +122.4% di straordinaria), il quadro è sconfortante e preoccupa non poco i sindacati: “Questi dati confermano la nostra preoccupazione. Dopo le tante promesse e i buoni propositi di tutti i livelli istituzionali, è giunto il momento di mostrare concretamente quali sono le risorse disponibili e i progetti utili a invertire lo stato di declino” ha affermato Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte.
Per quanto riguarda la situazione specifica dei lavoratori ex Auchan, la sinergia tra i sindacati evidenzia quanto questa acquisizione possa avere conseguenze importanti per il futuro degli 800 dipendenti piemontesi e le loro famiglie. Fabio Favola, segretario regionale Filcam Cgil Piemonte, Carla Destefanis, segretaria generale Fisascat Cisl Torino e Sergio Diecidue, segretario generale aggiunto Uiltucs Piemonte hanno chiesto a gran voce di poter conoscere il piano industriale dell’azienda: solo a seguito di questo passaggio il futuro dei dipendenti sarà più chiaro e delineato. Di certo l’acquisizione del gruppo Auchan da parte di Conad spaventa e non poco i lavoratori: “Lo spot di Conad è ‘le persone oltre le cose’. In questo è coerente: prima le cose, poi le persone. Tiene strette le cose e licenzia le persone”.
A fianco dei lavoratori, questa mattina, sono scesi in strada anche Paolo Furia, segretario Pd Piemonte, Enzo Lavolta, responsabile Lavoro segreteria regionale Pd e Gianna Pentenero, responsabile Lavoro segreteria Metropolitana Pd: "Oggi siamo stati al presidio Auchan in via Garibaldi angolo via Milano a Torino a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori. L’unica comunicazione fatta ai rappresentanti dei lavoratori è stata relativa alla riduzione delle superfici di vendita dal 30% al 50 %, con conseguente riduzione degli addetti tra le 400 e le 600 unità. Da tutto ciò non emerge un quadro chiaro sul futuro dei lavoratori". "Il Partito Democratico è vicino alle lavoratrici e ai lavoratori Auchan/Conad e si farà parte attiva affinché la Regione Piemonte chiarisca con le imprese acquirenti i piani di ristrutturazione e di riorganizzazione che le stesse, in termini troppo generici, hanno anticipato. Pretenderemo chiarezza circa le ricadute occupazionali e gli eventuali ammortizzatori sociali impiegati" concludono gli esponenti dem.