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Politica | 23 dicembre 2019, 12:29

Voto di scambio, Marrone (FdI): "Escludere Rosso dal Consiglio Regionale". Cirio: "Colpe? Non possiamo essere accusati di superficialità"

Il governatore del Piemonte relaziona in aula sull'accusa di 'ndrangheta nei confronti dell'ex assessore Roberto Rosso: "Episodio vomitevole". Il capogruppo del partito di Rosso: "Siamo vittime. Non ci basta che si sia dimesso da assessore"

Voto di scambio, Marrone (FdI): "Escludere Rosso dal Consiglio Regionale". Cirio: "Colpe? Non possiamo essere accusati di superficialità"

"Siamo di fronte a un fatto gravissimo. Abbiamo il dovere di parlarne qua, in aula. E di dire che questo episodio è stato vomitevole". Così il governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio ha iniziato, oggi nell'aula del Consiglio regionale, la sua relazione sul "caso" di Roberto Rosso, ex assessore accusato di voto di scambio e relazioni con capi della 'ndrangheta.

"L'accusa che ha colpito Rosso è la peggiore, abominevole, perché va a minare il rapporto tra elettori ed eletto", ha detto Cirio. "Io sono garantista, gli auguro di dimostrare estraneità. Ma non potevamo stare fermi, ho dato mandato per la revoca dal suo ruolo di assessore ancora prima che mi arrivassero le sue dimissioni".

"Le dimissioni di Rosso da assessore non bastano - ha invece aggiunto il capogruppo in Regione Piemonte di Fratelli d'Italia, partito di Roberto Rosso, Maurizio Marrone -. Per allontanare le ombre pensiamo sia necessaria l'esclusione di Rosso anche dal suo ruolo di consigliere". Una richiesta condivisa anche da Forza Italia, nelle parole del consigliere Paolo Ruzzola. E approfondita da Francesca Frediani del Movimento 5 Stelle: "Non solo chiediamo si escludere Rosso dal ruolo di consigliere regionale, ma anche da quello di consigliere comunale e di vicesindaco".

"Fin da quando mi sono insediato ho improntato il mio mandato all'insegna della legalità e alla lotta alla criminalità, valori che ritengo comuni senza distinzioni", ha proseguito Cirio. "Anche per questo, se avessi saputo, o anche solo immaginato una cosa simile, non sarei neppure andato a prendere un caffè con Rosso. Ma mi chiedo: abbiamo colpe? Ce le ha la giunta ad aver scelto Rosso? Le ha Fratelli d'Italia nell'averlo candidato? Il Consiglio ha colpe? Secondo me no. Questa vicenda ci insegna che la mafia ci siede a fianco, non abbiamo anticorpi per individuarla. Non siamo immuni, credo non abbiamo neanche gli strumenti, o meglio sono aggirabili. A nessuno può quindi essere mossa accusa di superficialità: abbiamo fatto ogni tipo di verifica, tutte puntuali".

Dopo Cirio, in aula è intervenuto Maurizio Marrone, che ha spiegato: "Sulla vicenda, la leader del mio partito Giorgia Meloni ha usato un'espressione forte come 'Mi dà il voltastomaco' e io sono d'accordo con lei. Ora chiederemo di costituire la Regione parte civile così da determinare l'incompatibilità di Rosso anche con il ruolo di consigliere regionale. Ma una cosa la voglio dire: Rosso ha preso quasi 5mila voti, ma Fratelli d'Italia 100mila e Cirio 1 milione. Per questo non possiamo infangare tutto il risultato delle elezioni".

Francesca Frediani del M5S ha invece voluto sottolineare un punto: "Cirio ha ben poco da valutare in merito alla costituzione di parte civile all'eventuale processo per il caso Rosso. La Regione avrà infatti l'obbligo di costituirsi parte civile, perché lo prevede un articolo della legge regionale n. 28 del 2016, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle". "Il tema della legalità è centrale per il Movimento - poi sottolineato Frediani - per questo attendiamo che al più presto venga convocata la Commissione Legalità".

Duro l'intervento del consigliere Marco Grimaldi (LUV): "Qualsiasi cosa succeda, ormai questa legislatura è compromessa, macchiata, moralmente ed eticamente fallita. Non ci importa nemmeno esporre striscioni come avreste fatto voi durante la scorsa legislatura. I voti della mafia non si restituiscono, non si contano. Per cancellarli occorre andare a nuove elezioni".

"Tutti insieme dobbiamo capire come proteggere le istituzioni – ha invece detto il presidente del gruppo Pd Domenico Ravetti – e non può essere fatto con slogan, accuse o frasi ad effetto. La situazione è molto più complessa. La mafia si batte attraverso la responsabilità, attraverso la cultura e l’impegno sociale, individuando come fine della lotta la giustizia sociale, insegnando ai giovani che gli obiettivi non si raggiungono con le scorciatoie, ma imparando a discernere il bene dal male. La politica deve essere forte e libera, deve essere fatta dai migliori e, oggi, spesso, questo non accade".

Il consigliere Diego Sarno del Pd ha poi aggiunto: "Una grave macchia per la Regione: Giunta e Consiglio hanno perso autorevolezza. Dopo le vicende degli ultimi anni non è concepibile che si sottovaluti il rapporto tra ‘ndrangheta e politica. Le mafie parlano con chiunque abbia voglia di ascoltarle. Non è più accettabile che le Istituzioni manifestino sgomento. Se davvero si vuole salvaguardare l’immagine della Regione, il Presidente Cirio deve dare da subito segnali di un cambio evidente di rotta: ad ogni atto, ad ogni decisione, ad ogni riunione. Convochiamo in fretta la Commissione Legalità e iniziamo a lavorare".

"Italia Viva ha nel suo DNA il garantismo, ma quello che sta accadendo nella vicenda dell'assessore Roberto Rosso è veramente vergognoso. Al di là della vicenda giudiziaria su cui aspettiamo gli sviluppi è sconcertante il rimpallo delle responsabilità sulla sua nomina in Regione Piemonte che ha francamente superato ogni limite. La gara sulle presunte responsabilità fra Fratelli d'Italia che scarica ogni addebito verso il Presidente Cirio e lo stesso governatore che accusa il partito di Giorgia Meloni, nel silenzio assordante della Lega é la testimonianza di un governo regionale completamente allo sbando e succube di veti incrociati": è quanto dichiara Silvia Fregolent, deputato di Italia Viva.

 

Daniele Angi

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