Aldo Curatella, dopo aver lasciato il M5S, deve dimettersi dalla Sala Rossa e non passare al gruppo misto perché la sua è una scelta "incoerente, che ci lascia basiti". A chiedere l'addio è il gruppo consiliare pentastellato, per bocca della capogruppo Valentina Sganga. "Ha firmato - spiega - un impegno etico prima dell'elezione, il quale prevede che la strada per lasciare il M5S sia quella delle dimissioni da consigliere. Nel rispetto, innanzitutto, dei cittadini che hanno creduto in noi e nel nostro progetto di cambiamento".
A chiedere un passo indietro via Facebook, mettendo un post di Curatella del 2018 dove parlando dell'addio di Montalbano chiedeva per coerenza le dimissioni, è anche l'ex collega Fabio Versaci che scrive "Ci siamo abituati a vedere persone passare al gruppo misto con il solito scopo di tenersi il posticino, per dimostrare al mondo che esistono. Si dimenticano che come tutti noi, senza il movimento, la Sala Rossa l'avremmo potuta vedere solo in fotografia".
Parole condivise anche dal grillino Andrea Russi, che pubblica lo stesso post del Presidente della Commissione Smart City, scrivendo "Ora che sei passato al gruppo misto, dove potrai portare la voce assordante delle ben 231 persone che ti hanno votato, insegna agli angeli i valori originari del M5S. Ma prima di tutto, cerca di ricordarli a te stesso".
Non ci sta ad essere però tirata in mezzo la capogruppo di DemA Deborah Montalbano, che sempre sui social replica a Versaci "non ho firmato nessun impegno etico. L'unico errore che ho fatto è stato credere di far parte di un gruppo politico che volesse davvero combattere le ingiustizie e cambiare le cose in questa città, che non usasse le periferie e gli ultimi come merce di scambio".
Un addio che ha generato reazioni anche nella fila della minoranza. Sia il capogruppo della Lega Fabrizio Ricca, che il consigliere del Pd Mimmo Carretta, parlano di maggioranza in frantumi ed "inesistente anche sui numeri". "Appendino - rincara l'esponente del Carroccio - ha il dovere di riconoscerlo e di fare un passo indietro per il bene di Torino e dei torinesi".
Accuse a cui replica Valentina Sganga, che ribadisce "la maggioranza è solida e il sostegno a Chiara Appendino e alla giunta non mancherà da qui alla fine del mandato".
Apre invece lo sguardo alle comunali del 2021 il capogruppo dem Stefano Lo Russo, che definisce il mandato di Appendino una "lenta agonia", aggiungendo poi "Torino ha urgente bisogno di un nuovo progetto, di un nuovo programma e di un'altra amministrazione. Toccherà al centrosinistra dare una casa accogliente a tutti i torinesi che, delusi, hanno invece ancora voglia di credere al futuro della città attraverso un progetto forte, credibile, inclusivo e di prospettiva", conclude l'esponente dem.
“Appendino si dimetta per decenza. Il Movimento cinquestelle con l’ennesima fuga di un consigliere comunale prenda atto che il loro progetto per la città è fallito", dichiarano Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d’Italia e Maurizio Marrone, capogruppo in Regione Piemonte. “Con che faccia Appendino apre a una sua ricandidatura a Sindaco quando non riesce nemmeno a tenersi uno straccio di maggioranza per completare il primo mandato?".