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Politica | 22 gennaio 2020, 12:51

Lupo, Grimaldi (Luv): "Non c'è alcun caso Cappucceto Rosso, basta con gli allarmismi"

Il consigliere regionale: "Gli abbattimenti non servono e danneggiano tutto l’ecosistema, bisogna incentivare le misure di sostegno e protezione alle attività agro-silvo-pastorali"

Lupo, Grimaldi (Luv): "Non c'è alcun caso Cappucceto Rosso, basta con gli allarmismi"

“Ma quale Cappuccetto Rosso? Basta con gli ‘attenti al lupo’, sappiamo benissimo che questa specie non attacca l’uomo e non ci sono stati casi che lo smentiscono. Quanto alla tutela del bestiame, abbiamo sempre detto che la soluzione non è derogare ai divieti di abbattimento dei lupi, ma incentivare le misure di sostegno e protezione alle attività agro-silvo-pastorali” – così il Capogruppo di LUV Marco Grimaldi commenta la lettera inviata dal Vicepresidente e Assessore alla montagna Carosso al ministro Sergio Costa e a tutti i prefetti del Piemonte, per segnalare la situazione di preoccupazione venutasi a creare a causa dei recenti attacchi di lupi in Piemonte.

Secondo i ricercatori di Life Wolf Alp EU, nella zona alpina del Piemonte sarebbero attualmente presenti 33 branchi e 2 coppie per una stima minima di 195 lupi. Stiamo tuttavia parlando di una specie di interesse comunitario per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, che richiede una protezione rigorosa da parte degli Stati membri e invece subisce ancora preoccupanti fenomeni di bracconaggio. D’altra parte gli attacchi del lupo al bestiame domestico si verificano soprattutto nelle aree di recente ricolonizzazione, dove quindi si sono consolidati sistemi di allevamento che non contemplano alcuna strategia di prevenzione e di difesa dagli attacchi.

“Carosso scrive che ‘purtroppo il margine di azione è molto limitato, perché questa specie è protetta da normative comunitarie e nazionali’” – prosegue Grimaldi. – “Vorrei ricordargli che dagli anni '70 a oggi l'Italia si è distinta a livello europeo per il successo delle proprie politiche di conservazione del lupo, che hanno permesso il recupero di questa ‘specie prioritaria’ (come da Direttiva europea) e la ricolonizzazione degli habitat storici. E nonostante ciò la popolazione di lupi italiana è ancora molto vulnerabile allo sterminio locale dovuto soprattutto alle pressioni antropiche. Tanti studi testimoniano la scarsa utilità degli abbattimenti per la gestione delle popolazioni di lupo e la riduzione dei danni all'allevamento. Se si vuole, giustamente, intervenire a tutela degli allevamenti e degli alpeggi serve individuare sistemi di difesa e di prevenzione e adattare i sistemi di allevamento alla rinnovata presenza del lupo”.

comunicato stampa

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