/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 09 marzo 2020, 16:12

Un metro di distanza: a Torino il Coronavirus rischia di fare vittime tra ristoranti e bar

Pinto di Affini Rivendita 2:"Chiudo perchè distanza da noi inapplicabile sia logisticamente, che finanziariamente". Vlaic del San Giors:"Sto aperta, ma oltre agli stipendi ci sono costi fisse: difficile resistere a lungo"

Un metro di distanza: a Torino il Coronavirus rischia di fare vittime tra ristoranti e bar

Torino è fuori dalla zona rossa - quindi bar e ristoranti non sono obbligati a chiudere alle 18, come accade nelle province piemontesi di Asti, Alessandria, Novara, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola – ma è comunque vincolante mantenere un metro di distanza tra i clienti. Una misura che per molti locali, visto il tipo di attività e lo spazio di servizio, equivale però ad abbassare le serrande.

E’ il caso di Affini Rivendita 2 in piazza della Repubblica, come annunciato ieri via Facebook dal proprietario Davide Terenzio Pinto. “Io chiudo, – spiega – ma capisco chi sta aperto: il dramma che stiamo vivendo è lo stesso”. “Il mio gruppo – spiega – si sostiene economicamente perché ha una previsione di incasso studiata per coprire 18 dipendenti: il provvedimento del metro di distanza per noi è inapplicabile sia logisticamente, che finanziariamente”.

Accanto al sentimento di appartenenza alla comunità colpita dal Coronavirus, c’è quello di rabbia verso le istituzioni locali. “E’ da più di un mese -sottolinea Pinto - che continuo a chiedere alle associazioni di categoria, Camera di Commercio, Comune e Regione di semplificare e facilitare l’accesso ai Fondi d’integrazione salariale: sono tutti responsabili del fatto che non ci siano misure a copertura del nuovo quadro economico generato dall’emergenza sanitaria”. “Non sappiamo come gestire i rapporti con le banche, quando e come ripartiremo. Se tra dieci giorni cambia lo scenario, come ne usciremo? Ieri notte è stato pubblicato il  nuovo DPCM: noi non abbiamo ricevuto nessuna chiamata da Comune, Regione o enti del settore per un tavolo di confronto. Basta slogan e campagne elettorali: ora servono provvedimenti seri” conclude amareggiato Pinto.

Ad optare anche per la chiusura dei ristoranti è il presentatore torinese Piero Chiambretti, che lo annuncia su internet: da domani fermi l'Arcadia, Porto di Savona, Birilli, Fratelli La Cozza e Sfashion Cafè. "La decisione - si legge - è stata presa al fine di tutelare i nostri dipendenti e la nostra amata clientela".

Attività culinarie sospese "fino a data da destinarsi" anche allo storico ristorante Del Cambio, alla Snodo delle Ogr e da Edit in Barriera di Milano. 

Chi invece ha deciso di restare aperta è Simona Vlaic, del ristorante e albergo San Giors di via Borgo Dora. “Noi – spiega – abbiamo già un metro di distanza, in alcuni casi anche di più, tra i tavoli. Attualmente è necessario fare più attenzione ed essere più scrupolosi, penso ad esempio quando si maneggiano soldi: l’igiene va comunque seguita indipendentemente dal momento”.

Se la parte “food” - pur nelle difficoltà del momento –  va avanti, l’hotel è in crisi profonda. “Sono state cancellate – spiega l’imprenditrice – tutte le prenotazioni del mese: le camere sono tutte vuote e gli introiti si sono azzerati”.

Ed il capitolo degli incassi sicuramente è il più critico per tutti, per chi chiude temporaneamente perché economicamente non sostenibile il periodo, e per chi resta aperto. “Io ho otto persone – sottolinea Vlaic – a cui pago lo stipendio, a cui si aggiungono bollette, affitto e costi fissi: io non lavoro per hobby, ma per vivere. Se io avessi l’obbligo di chiusura totale sarebbe meglio: avrei diritto alla cassa integrazione per i dipendenti, mentre ora devo pagare tutto”. La giunta Appendino, la scorsa settimana, ha deciso di posticipare il pagamento della Tari. Un provvedimento che il gestore del San Giors giudica positivo, ma che di fatto “sposta solo il problema più in là”.  A preoccupare l’imprenditrice, come molti altri, sono le ripercussioni economiche del Coronavirus:“Per il momento tengo aperto e poi vediamo cosa accadrà: in queste condizioni non avrò la possibilità di resistere a lungo”.

Cinzia Gatti

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium