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Attualità | 17 marzo 2020, 12:07

Torino dichiara l'antirazzismo Bene Comune: prima città in Italia

Giusta: "Necessità di fronte alla situazione globale fatta di muri: recentemente viste aggressioni a italo-cinesi, nelle prime fasi del Coronvirus. Ora siamo noi italiani vittime di discriminazione all'estero"

Immagine tratta dal corteo contro il razzismo

Immagine tratta dal corteo contro il razzismo

Torino prima città in Italia a dichiarare l’antirazzismo Bene Comune. Questa mattina la Giunta Appendino ha approvato - - in occasione delle celebrazioni per la Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Discriminazione Razzista, del 21 marzo - un Piano d'azione cittadino contro i crimini d'odio razzisti e lanciato una chiamata pubblica per un Patto di collaborazione sull'antirazzismo.

 “E’ una necessità – commenta l’assessore ai Diritti Marco Giusta - sempre più impellente di fronte alla situazione globale fatta di muri, paura e diffidenza: recentemente abbiamo visto aggressioni a danni di cittadini e cittadine italo-cinesi durante le prime fasi della diffusione del Coronavirus e attualmente siamo noi italiani e italiane le vittime di episodi di discriminazione all’estero”.

Attraverso la delibera, la Città riconosce quindi il patrimonio di conoscenze, azioni, buone pratiche antirazziste sviluppato nel tempo nella nostra città e lo dichiara Bene Comune.

In pratica, il Comune compie due passi: da un lato, approva un Piano d’azione cittadino contro i crimini d’odio razzisti, scritto nell'ambito del Progetto europeo G3P-R e che verrà implementato dal neonato Ufficio Diritti. Tre gli obiettivi su cui la Città si impegna a lavorare nei prossimi anni: aumento della conoscenza e della sensibilità al tema; costruzione di spazi per il dialogo facilitato e lo scambio di pratiche; costruzione di strumenti per favorire l’emersione e il contrasto al fenomeno.

Contemporaneamente, viene pubblicata una chiamata pubblica, con scadenza il 14 aprile, per tutti quei soggetti (istituzioni, privati, associazioni, realtà informali e di altra natura) che lavorano sul tema per sottoscrivere un Patto di collaborazione cittadino. Ogni interlocutore potrà portare i propri bisogni, le proprie competenze e le proprie progettualità a un tavolo comune, che servirà a coordinare gli sforzi, a co-progettare e a confrontarsi sulle priorità da adottare di anno in anno.

Cinzia Gatti

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