Le condanne comminate oggi ai No TAV, ridotte in alcuni casi rispetto al primo grado, non contribuiscono comunque ad allentare il clima di tensione in Valle di Susa. E' grave che non sia stata ancora riconosciuta l'azione di protesta collettiva di una popolazione contro un cantiere illegale realizzato contro il consenso del territorio. Solo quando sarà riconosciuto il valore della lotta al TAV come patrimonio comune potremo ritenerci soddisfatti.
Nelle aule dei tribunali invece continuiamo a vedere come imputati solo gli attivisti No TAV e non anche coloro che hanno contribuito ad aumentare la tensione pur rappresentando lo Stato. Questa sentenza non è sintomo di un cambiamento ma un'ulteriore conferma che il Movimento No TAV ha davanti a sé ancora molti anni di lotta per contrastare la grande opera inutile ed illegale.
Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte