A 25 anni dalla sua nascita, il Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere (CIRSDE) dell’Università di Torino ha proposto oggi, nella cornice di una conferenza, una riflessione sullo stato d’arte degli studi di genere e delle donne in una chiave multidisciplinare.
Negli anni il centro ha portato avanti molteplici attività di ricerca sui temi delle pari opportunità, della conciliazione, della violenza e dei servizi, coinvolgendo studiosi di varie discipline, con l’obiettivo di fornire “un approccio di genere”, come spiega la presidente del CIRSDE a Torinoggi Carmen Belloni, nell’affrontare tematiche diverse.
“L’obiettivo del centro è quello di fornire una metodologia che permetta di adottare un approccio di genere per confrontarsi con problemi di tipo sociale, morale, ecologico e ambientale. Il nostro appello è quello della necessità di fare formazione di genere degli studenti nelle università.”
Gli studenti, ha detto la presidente dell’organizzazione, necessitano di formazione ed informazione, soprattutto di fronte “all’ignoranza della società nell’approccio di genere”.
Una società quella che emerge nell’analisi del CIRSDE che vive sì di una maggiore comunicazione ma di una carenza di informazione, che spesso la porta ad essere vittima di luoghi comuni.
“La nostra società,” ha detto la Belloni, “è ancora molto sessista, basti pensare alla mancanza di sostegno alla famiglia e alla preponderanza della componente maschile nelle cariche lavorative.”
L'ultimo report di ‘Eurofound’, “Women, men and working conditions in Europe”, che dà una panoramica sulle condizioni lavorative in 34 paesi dell’Unione Europea, mostra che le donne continuano ad essere quelle che si occupano maggiormente dei lavori domestici, lavorando circa 26 ore a settimana in casa contro le 9 ore degli uomini – che invece sono più attivi nel campo del lavoro retribuito.
Alla conferenza era presente anche la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, che ha sottolineato che la “questione di genere è un tema che continua ad essere tristemente all’ordine del giorno.”
E’ la sfera del digitale, secondo la presidente della Camera, quella nella quale oggi le donne sono più minacciate e dove è necessario concentrare sforzi e attenzione.
Una recente ricerca di Vox, l’Osservatorio Italiano sui diritti che ha lanciato la prima mappa sull’intolleranza in Italia, mostra come il 63 per cento dei tweet discriminatori sia rivolto verso le donne – a seguire poi ci sono immigrati e omosessuali.
“Cosa dobbiamo fare di fronte a questa realtà orrenda?” ha detto la Boldrini, “ Io ho deciso di reagire. Io oggi ho il dovere di essere portavoce delle istanze che più toccano le donne, perché sono l’unica donna a ricoprire una carica istituzionale.”
Quella degli insulti del web è la nuova faccia della violenza, secondo Laura Boldrini, che qualche giorno fa in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sulle donne ha pubblicato sul suo profilo Facebook un collage di alcuni insulti – a sfondo sessuale principalmente – che le sono stati mandati solo nell’ultimo mese.
“Tutti questi insulti, minacce di stupro che ricevo e che molte donne ricevono hanno l’obiettivo di ridicolizzarci, di azzopparci.”
L’iniziativa della presidente della Camera di pubblicare sul suo profilo alcuni degli insulti ricevuti non è passata inosservata ai vertici di Facebook, che hanno deciso di organizzare un incontro con lei in cui la Boldrini ha presentato tre proposte per arginare il fenomeno della violenza sui social:
“Ho suggerito di mettere accanto al pulsante Like anche un pulsante ‘attenzione odio’, per rendere più facile ai gestori di Facebook di individuare messaggi di minaccia o che incitano alla violenza; inoltre ho proposto di creare un numero verde per dare assistenza agli utenti vittime di questi messaggi e di aprire una sede Facebook anche in Italia, per avere un filo diretto con la nostra polizia postale.”
I vertici del social network sembrano essere rimasti impressionati dalle proposte della presidente, tanto che le hanno chiesto a breve un nuovo incontro.
Quanto agli ultimi provvedimenti presi alla Camera a favore delle donne vittime di violenza, Laura Boldrini ha ricordato l’istituzione di una commissione (che porta il nome della politica laburista britannica, Jo Cox, assassinata lo scorso giugno nella sua campagna contro il Brexit) contro la discriminazione, per analizzare l’odio che c’è verso le donne in Italia, prevenirlo e reagire e la realizzazione di un intergruppo che raccoglie le donne deputate a prescindere dal loro colore politico.
“E’ la prima volta che in Italia nel nostro governo il 30 per cento è costituito da donne. E’ nostro dovere fare qualcosa per le donne.”
A tal proposito l’intergruppo ha introdotto un emendamento che riconosce ai bambini orfani di femminicidio un indennizzo. Altri provvedimenti riguardano un aumento di cinque milioni di euro all’anno ai centri che si occupano di donne che hanno subito violenza.
L’ultimo appello della presidente della Camera dei deputati va agli uomini “che devono essere presenti e promotori in questa sfida di cambiamento.”