“La nostra città e il nostro territorio stanno assorbendo in pieno quella che viene chiamata “società liquida”, dove predominano la precarietà, l’individualismo, le parole e le promesse, ma pochi fatti concreti che affrontano i problemi reali della gente, invece o sottaciuti o rimandati a un domani vago e incerto”. Con queste parole Monsignor Cesare Nosiglia ha aperto il suo intervento alla XXVIII Giornata Caritas Poveri, dedicata all’ “Inclusione attiva”.
Secondo l’Arcivescovo di Torino è però necessario rivedere e rinnovare l’impianto del welfare,:”superando il puro assistenzialismo, gli sprechi, il clientelismo politico, la frammentazione degli interventi (a pioggia), a vantaggio della razionalizzazione delle risorse, della capacità di incidere sulle cause che stanno a monte di tante situazioni di povertà e disabilità, dell’attivazione di reti di solidarietà tra istituzioni, volontariato, famiglie e soggetti interessati, per far fronte con varietà di risorse e di impegni alle necessità”.
“Il rischio tuttavia da evitare”, prosegue Nosiglia, “è che, volendo ristrutturare questo ampio settore di intervento, si cancelli lo stesso principio di solidarietà tra le diverse fasce della società, in nome di una ottimizzazione delle risorse e di un’esaltazione del privato sociale. E’ dovere dei politici svolgere un’opera di vigilanza e di orientamento, che incida a monte sulle cause delle povertà e sappia impostare una politica sociale senza sprechi, non occasionale e di lungo respiro, dando forza anche alle realtà intermedie e al volontariato e soprattutto operando per la giustizia e l’equità”.