Otto anni sprecati in attesa di politiche regionali, di carattere strutturale, per il contrasto all'inquinamento dell'aria. Un problema grave, 66.000 morti annue stimate, su cui grava la scure delle sanzioni europee. Servono risposte concrete ed urgenti.
E' questa la posizione espressa oggi dal gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle Piemonte. Alla richiesta di informazioni sul “tavolo anti-smog” del presidente Mighetti, l'assessore all'Ambiente Valmaggia ha risposto che il 4 maggio si è tenuto l'incontro inter-regionale fra gli assessori regionali del bacino padano e il ministro all'ambiente Galletti.
Un incontro che a detta dell'assessore ha prodotto una prima bozza di protocollo capace di superare quello vecchio perché più “operativo” sulle tre principali cause dell'inquinamento dell'aria: riscaldamento, trasporti e agricoltura. In particolare, si è discusso in merito alla disincentivazione dei motori diesel che costituiscono la fonte principale inquinamento da traffico: Blocco degliEuro 3 dal 2018 e degli Euro 4 dal 2020. Un protocollo che verrà firmato il 9 giugno a Bologna e che abbiamo chiesto di poter visionare prima della firma.
L'assessore però, anche se alcune misure sono condivisibili, non ha risposto in modo puntuale alla precisa domanda di quante sanzioni Italia può ancora evitare attuando rapidamente soluzioni efficaci (su un totale di 1 miliardo) e quali sarà obbligata a pagare per gli sforamenti già avvenuti. E' poi necessario un piano finanziario certo che controbilanci le misure esclusivamente coercitive facendo leva sugli eco-bonus, utili in particolare a sollevare le numerosissime aziende dai costi di sostituzione dei propri veicoli commerciali, senza dimenticare il più grande nodo da sciogliere: il trasporto pubblico locale incapace di soddisfare le esigenze di mobilità dei cittadini. Prima causa per cui i piemontesi preferiscono usare il mezzo privato.
Infine, oltre all'istituzione del semaforo antismog, già entrato in vigore, ci si chiede se nel protocollo verranno impegnate delle risorse per la messa in esecuzione di misure emergenziali che possano essere applicate preventivamente e non, come per il semaforo, quando lo smog è già alle stelle.