Negli ultimi dieci anni il Piemonte è diventato sempre più vecchio, nascono meno bambini e i giovani faticano a trovare lavoro. Se confrontato poi con il resto del Nord Italia, cresce di meno. È questo il quadro che emerge dalla relazione di Ires Piemonte, sul quadro economico sociale del 2016. Un anno contrassegnato da una crescita del PIL dello 0,8% (in Italia è del +0,9%), alla quale ha contributo la domanda interna (+1,6%), ma non quella estera. Un segno negativo determinato dalla contrazione delle esportazioni dell'automotive verso Brasile e USA.
Nel 2016 si registrano dodicimila occupati in più: a trainare il settore in particolare i servizi, mentre scendono le costruzioni.
Se i giovani piemontesi sono sempre più secolarizzati, il 30% di loro non trova lavoro. Un dato particolarmente preoccupante se confrontato con il resto del Nord Italia, dove si attesta sul 20,3%.
Quasi il 25% dei residenti ha più di 65 anni, mentre la natalità negli ultimi dieci anni è scesa. La vetustà delle strutture ospedaliere, delle grandi attrezzature e l'elevato numero dei magazzini sono tra le criticità del sistema sanitario regionale.
Una risposta ai problemi, secondo l'Ires, potrebbe arrivare dall'innovazione tecnologica e dalla qualifica delle competenze.
"Il calo demografico e l'invecchiamento", ha commentato il Presidente della Regione Sergio Chiamparino, "sono due dati strutturali. È evidente che per la natalità l'immigrazione resta un fattore fondamentale".
Per quanto riguarda l'occupazione, ha commentato Chiamparino: "Cresciamo meno nei servizi più qualificati, in grado di garantire lavoro più stabile e pagato. Manca una direzionalità, da qui nasce quella fragilità".
Una tendenza in negativo che secondo il Presidente si potrebbe invertire: "puntando sulla manifattura intelligente e sulla massima innovazione, come per la Città della Salute".












