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Economia e lavoro | 19 luglio 2017, 13:18

Dopo un anno di Appendino, il mattone scricchiola: "Torino in asfissia"

A lanciare il j'accuse verso la giunta pentastellata è Alessandro Chiero, al termine dei nove anni da Presidente dei costruttori edili

Dopo un anno di Appendino, il mattone scricchiola: "Torino in asfissia"

"Oggi vedo una Torino senza strategia per il futuro, priva di un piano a lungo termine e che vive solo di gestione ordinaria, indubbiamente essenziale, ma non sufficiente per uscire dalla crisi". A lanciare il j'accuse verso Chiara Appendino è Alessandro Chiero, al termine dei nove anni da Presidente dei costruttori edili. 

"Nel 2008", spiega, "quando sono stato eletto, la città stava ancora vivendo l'onda lunga delle Olimpiadi e del nuovo piano regolatore. Torino era in fermento". Dal 2008 al 2016 però la crisi economica ha fortemente colpito il comparto. Gli operai iscritti in cassa edile si sono dimezzati, passando da 18mila a 9mila, così come l'importo dei bandi di opere pubbliche, passati dagli oltre 600 milioni di euro nel 2008 ai 320 milioni del 2016. Nei prossimi sei mesi il 37% delle imprese associate ha stimato una riduzione di fatturato, mentre il 79% non ha programmato investimenti.

Un quadro che sembra essersi ulteriormente aggravato nell'ultimo anno di amministrazione a 5 stelle. "Vedo", ha commentato Cherio, "una Torino in asfissia. Appendino, in campagna elettorale, aveva promesso una diversa visione urbanistica della città"."Ad una anno dall'insediamento", prosegue, "stiamo ancora aspettando".

Ieri la giunta di Torino ha annunciato lo stop ai piani di riqualificazione di alcune grandi ex aree industriali predisposti tra il 2013 e il 2016, in attesa della Variante generale al Piano Regolatore. "Di questo blocco", commenta il Presidente uscente, "penso tutto il peggio possibile. Non è stato fornito un progetto alternativo".

"I centri commerciali", prosegue, "tanto vituperati in campagna elettorale, hanno avuto una corsia preferenziale". Parole sostenute dai numeri: nel 2016 l'amministrazione aveva emanato circa 60 bandi, pari 40 milioni di euro di opere. Dal gennaio del 2017 ad oggi ne sono stati pubblicati circa 25, per un valore di 15 milioni di euro.

Diverse le proposte lanciate da Cherio per far ripartire il comparto:"Si potrebbe pensare, ad esempio, di non far pagare il suolo pubblico a quei ponteggi che sono sospesi e non pregiudicano l'uso pubblico, oppure ad una fiscalità ridotta".

 

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Cinzia Gatti

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