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Immortali | 30 agosto 2017, 07:00

La Forza del cuore

Il suo cuore batte sempre più forte, prendendo il sopravvento sul cervello e soprattutto sul portafoglio

La Forza del cuore

Loro gli fanno un’offerta da capogiro e lui, malgrado i profondi legami suoi e della sua famiglia verso la città e la squadra, vacilla. In fondo, sono un sacco di soldi e in più la possibilità di giocarsi la Champions. Insomma, uscire dalla mediocrità per entrare a tutto tondo nel Gotha del calcio europeo.

Arriva così il fatidico giorno in cui si disputa l’ultima partita davanti al suo pubblico, prima che scada l’ora fatidica, quella in cui Cenerentola perde la scarpetta e i calciatori prendono al volo l’ultimo treno che passa. I tifosi sono commoventi nell’abbraccio in cui lo stringono affettuosamente, i compagni di squadra lo fanno sentire importante, in campo e nello spogliatoio e i presidente gli parla di un progetto di sviluppo sportivo, di raggiungimento di risultati e obiettivi  che gira anche attorno alla sua figura di calciatore e simbolo.

Il suo cuore batte sempre più forte, prendendo il sopravvento sul cervello e soprattutto sul portafoglio. Al diavolo quella montagna di soldi, la Champions e il Gotha. Qui è casa sua, il luogo dove negli ultimi anni ha trovato la sua dimensione umana e professionale.

E poi, diciamocela tutta, non gioca gratis. Suo padre si è spaccato la schiena in fabbrica, per quarant’anni, senza riuscire a portare a casa la stessa cifra che lui si intasca in un anno a dar calci ad un pallone e a girare il mondo, osannato e riverito da tutti.
E così il miracolo si compie. Il maligno canto delle sirene, che lo avevano allettato con promesse di facili guadagni e successi, di popolarità e vittorie, tutto d’un tratto non lo sente più, coperto dal rumore degli applausi dei suoi tifosi, per cui lui è molto più che un semplice calciatore. Il passo è breve. Una chiamata al procuratore, per avvertirlo che rinuncia all’offerta milionaria del ricco club che l’aveva cercato. Lui resta qui, dove il cuore conta più del denaro.

Sto parlando della favola a lieto fine di Pepe Reina, portiere del Napoli, in scadenza di contratto, cercato dal Paris Saint Germain, che rinunciando ai soldi e alla gloria d’oltralpe, ha fatto impazzire di felicità un’intera città e non di Alessio Cerci, di Ciro Immobile, di Matteo Darmian, di Kamil Glik, di Bruno Peres o di Nikola Maksimovic.

E ovviamente non sto parlando di Aurelio De Laurentiis, ma di Urbano Cairo, sempre in attesa di sapere come andrà a finire la vicenda Belotti…

Domenico Beccaria

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