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Attualità | 18 ottobre 2017, 18:42

La Città della Salute contro l'oculistica del San Luigi?

La denuncia da parte dell'associazione pro retinopatici e ipovedenti

La Città della Salute contro l'oculistica del San Luigi?

Mentre l'assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, e i suoi funzionari di riferimento, non perdono occasione per ribadire pubblicamente la volontà di rilanciare la chirurgia oftalmologica presso l'Ospedale San Luigi di Orbassano, una notizia davvero incredibile giunge, a freddo, in queste ultime ore.
 
Da fonti molto attendibili la nostra associazione è venuta a sapere che la direzione della Città della Salute ha chiesto, con urgenza, il trasferimento immediato alle Molinette di tutti e quattro gli oculisti attualmente in forza al San Luigi. Come dire: chiudete baracca e burattini, in barba alle migliaia di firme raccolte dai cittadini ed alle rassicurazioni espresse più volte dall'assessore.  
 
I motivi di una richiesta così impellente, ovviamente non corroborata da alcun documento scritto, andrebbero ricercati nella indisponibilità di quasi tutti gli oftalmologi attualmente operanti all'Oftalmico di Torino a trasferirsi presso la Città della Salute. La stragrande maggioranza di loro avrebbe invece optato per il San Giovanni Bosco.  
 
"Siamo davvero sconcertati" - afferma Marco Bongi presidente APRI-onlus - "Ci addolora soprattutto sapere che il commissario Franco Ripa continui a richiedere insistentemente una autorizzazione regionale scritta per riaprire la chirurgia oculistica e poi... senza colpo ferire, sarebbe disposto a dare il nulla osta ad una operazione così subdola e poco trasparente. Lo abbiamo incontrato tante volte e ci ha sempre rassicurato con belle parole. Quì c'è davvero qualcosa di poco chiaro..."
 
A questo punto l'Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti, che rappresenta i legittimi interessi dei pazienti con gravi problemi di vista, non intende più tacere. "Ci  eravamo presi l'impegno di stare tranquilli per qualche mese" - conclude Bongi - "ed in effetti abbiamo lavorato con impegno e senza clamore. Oggi ci sentiamo traditi e non staremo più zitti".

c.s.

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