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Attualità | 15 dicembre 2017, 07:13

Il futuro del Politecnico di Torino? Più risorse dal Miur e basta a nuovo numero chiuso

Un dibattito organizzato dal collettivo universitario Alterpolis per conoscere le proposte dei tre aspiranti rettori

Il futuro del Politecnico di Torino? Più risorse dal Miur e basta a nuovo numero chiuso

Il futuro del Politecnico di Torino si gioca anche con le iniziative degli studenti, com'è successo ieri, quando i tre candidati al ruolo di Rettore (Michela Meo, Guido Saracco e Mauro Velardocchia) si sono cimentati in un dibattito organizzato dal collettivo Alterpolis.

Undici domande, format televisivo, un'applicazione creata ad hoc dagli studenti che permetteva di votare in tempo reale la qualità della risposta degli aspiranti da parte di alunni e professori. Un dibattito che ha toccato i temi principali della vita al polo universitario d'eccellenza.

Gli spazi. Tra le questioni più sentite al Politecnico, ha visto tutti i candidati d'accordo sulla necessità di trovare maggiori luoghi per le attività: “Stiamo già cercando spazi vicini per dare respiro alla Cittadella, che siano adeguati alle necessità di didattica e progetti”, spiega Meo. “Decongestionare la cittadella cercando spazi per una didattica più moderna, adatti alla progettazione e ai gruppi di lavoro, oltre a un atelier per il lavoro dei team studenteschi”, sostiene Saracco. “Sono già stanziati 64 milioni di euro per l'edilizia, e la costruzione nel 2025 di un nuovo grande edificio. Oggi dobbiamo chiedere spazi agli enti terzi che sono dentro il Politecnico per recuperare migliaia di metri quadri”.

Didattica e progetti. Ampio spazio è stato dedicato anche al cuore delle attività del “Poli”, con diverse ricette indicate dai tre diversi candidati. Secondo Saracco “Bisogna riprogettare i contenuti, aumentando senso critico e facendo lavorare le persone in modo trasversale, con al centro i team studenteschi e un teaching lab per migliorare anche i docenti”. Velardocchia parla di un “nuovo piano strategico per la didattica, rafforzando il legame tra mondo della formazione, della professione e istituzionale”. La Meo indica invece “l'aumento delle competenze e il confronto tre discipline e laboratori, la sperimentazione di strumenti innovativi, oltre che di metodi e tecnologie”.

Numero chiuso e politica universitaria. Due dei grandi temi nella mobilitazione degli scorsi mesi, al centro dei programmi dei candidati. Tutti e tre i candidati d'accordo sulla necessità di non restringere l'accesso al numero programmato, oltre che sulla necessità di insistere al Miur per maggiori docenti e risorse per poter aprire in futuro le porte. Come utilizzare allora il peso politico dell'ateneo? Secondo Michela Meo “l'università dev'essere interlocutore dei decisori politici e avere un ruolo fortemente politico, sia a livello territoriale che nazionale, coinvolgendo anche la cittadinanza”.

Per Guido Saracco “la volontà è che l'assemblea dei rettori porti a risultati politici, mentre oggi ci hanno messi gli uni contro gli altri ed è difficile avere un impatto sui temi in questa situazione”. Mauro Velardocchia indica la direzione in un “gruppo di lavoro composto anche da studenti, per incidere sulle politiche. Dopo un periodo di latitanza il Politecnico deve tornare a dire la sua”.

Bernardo Basilici Menini

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