“Sono fuori di me e sto in pensiero perché non mi vedo ritornare”. E dopo quella notte del 27 gennaio 1967 Luigi Tenco alla luce non tornò davvero più, lasciando per sempre un vuoto oscuro nella musica italiana. Sono passati oltre 50 anni dalla sua morte, ma ancora adesso sentire le sue canzoni evoca con la stessa potenza tutta la struggente nostalgia degli anni d'oro del cantautorato nostrano. Esponente illustre della scuola genovese ancor prima di De André, Tenco è stato forse il più esistenzialista tra gli artisti-filosofi di quella generazione, e di certo tra i più solitari, outsider, malinconici.
Ma quest'anno è la sua venuta al mondo a dover essere ricordata, in occasione degli 80 anni della sua nascita, il 21 marzo 1938. E le tante performance in suo onore, sicuramente l'omaggio di Assemblea Teatro spicca non solo per l'affinità della ricorrenza – sono infatti i 50 anni della compagnia – ma anche, e soprattutto, per lo straordinario successo di pubblico registrato in Sud America, lo scorso ottobre, con lo spettacolo “Ho capito che ti amo”. Quella canzone che, proprio in Argentina, divenuta la sigla di una soap televisiva, rese Tenco una vera star tra gli amanti del bel canto.
Giovedì 15 marzo, alle ore 21, andrà in scena al Teatro Agnelli (via Paolo Sarpi 111) “Io sono uno”, con Edoardo Cerea, Gisella Bein, Davide Cignatta, Elisa Aragno, Salvatore Chillemi e la partecipazione straordinaria di Stefano Botto.
Un recital che dà risalto a ciò che le parole e le melodie di Tenco nascondevano nello spazio ristretto e in chiaroscuro di una canzone. Saranno così comunicate le inquietudini di una generazione chiamata a realizzare le trasformazioni sociali negli anni Sessanta, così come una sorta di fastidio per la banalizzazione di quella stessa società nella lirica musicale.
Un percorso che rappresenta una vera e propria immersione nel suo febbrile periodo di creatività, dal '59 al '67, la cui guida è affidata alla vocalità delicata di Cerea, con canzoni indimenticabili quali “Lontanto, lontano”, “Ciao amore ciao”, “Vedrai, vedrai”.
Un appuntamento emozionante che sigla il termine della rassegna Insolito 2017/18.
L'unicità di Tenco che si fa multiforme, attingengo suggestioni poetiche da ogni frammento d'emozione, ogni accordo di chitarra.