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Economia e lavoro | 03 maggio 2018, 07:00

Il 2018 è cominciato male per le imprese piemontesi: mai così poche le nuove nate da 10 anni

Il tasso è negativo con un -0,66%. Soffrono le società individuali e l'agricoltura, in particolare. Torino e Cuneo sono lievemente sotto il dato regionale

Il 2018 è cominciato male per le imprese piemontesi: mai così poche le nuove nate da 10 anni

Il 2018 non è iniziato col piede giusto, dal punto di vista del numero di imprese attive in Piemonte. Ma è una caratteristica comune a tutti i principi d'anno: le aziende che chiudono sono più di quelle che aprono, anche a causa delle tendenze di fine anno che storicamente accolgono la maggior parte delle cessazioni d'attività.

Secondo i numeri di Unioncamere Piemonte, però, c'è di più: il primo trimestre 2018 si è chiuso in rosso per il tessuto imprenditoriale piemontese con 8.138 imprese "nuove", ma questa rappresenta la peggior performance in termini di natalità dell’ultimo decennio. Anche le cessazioni hanno mostrato, negli ultimi dieci anni, una dinamica calante, che tuttavia non ha pienamente compensato la diminuzione delle iscrizioni. Nel periodo gennaio-marzo 2018 le cessazioni sono state a 10.767 e il saldo è risultato negativo per 2.629 unità (-0,60%). Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2018 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 432.743 unità.

“I dati non brillanti dei primi tre mesi dell’anno, riferiti a tutti i settori e a tutte le province piemontesi, ci restituiscono una regione ancora fragile - spiega Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte -. Statisticamente, comunque, in questo trimestre, si presentano in modo regolare saldi negativi: a fine anno si concentrano, infatti, la maggior parte delle cessazioni di attività, il cui riflesso si registra nel Registro imprese delle Camere di commercio nelle prime settimane del nuovo anno. Ora più che mai, l’intervento di tutte le istituzioni - in particolare della Regione Piemonte a fianco delle Camere di commercio - deve essere più incisivo. Servono misure efficaci, che restituiscano fiducia al nostro sistema produttivo e consentano di innescare un nuovo percorso di crescita”.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita che è identico rispetto al I trimestre dello scorso anno e lievemente più negativo rispetto a quanto registrato nel I trimestre 2016 (-0,48%). L’intensità della contrazione della base imprenditoriale piemontese risulta, ancora una volta, superiore a quella rilevata a livello nazionale (-0,25%).

A livello geografico, i comportamenti delle diverse province sono sostanzialmente identici: Verbania (-0,38%) e Novara (-0,47%) sono le realtà con un calo più contenuto, seguite proprio da Torino e Cuneo (rispettivamente -0,56% e -0,59%). Gli altri territori invece fanno peggio della media regionale: Vercelli segna un -0,65% e Asti registra un tasso del -0,68%. Come nel I trimestre 2017 le perdite più intense caratterizzano Biella (-0,83%) e Alessandria (-0,86%).

Le uniche aziende a crescere, in questo contesto, sono le società di capitale, che rappresentano il 17,8% delle imprese aventi sede legale in Piemonte e che hanno realizzato, nel I trimestre del 2018, un tasso di crescita di +0,66%. Negative invece le imprese individuali (-0,91%), che costituiscono oltre la metà del sistema imprenditoriale regionale. Calano anche le società di persone (-0,81%) e le altre forme (-0,47%).

Come settori, nessuno è riuscito ad andare in controtendenza, ma c'è chi soffre di menoi sono gli "altri servizi" (-0,18%) e il turismo (-0,50%), gli stessi comparti che nel 2016 e nel 2017 avevano realizzato le performance migliori. L’industria in senso stretto (-0,59%) segna un tasso in linea con il risultato medio del tessuto produttivo regionale. Il commercio (-0,97%) e le costruzioni (-0,89%) subiscono flessioni più marcate. Il risultato più negativo appartiene ancora una volta all’agricoltura (-1,43%).

Massimiliano Sciullo

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