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Eventi | 06 maggio 2018, 14:55

Torino, la Festa delle Famiglie: “Diritti per tutti i bambini”

Centinaia di persone in piazza Carlo Alberto per un pranzo dedicato a tutte le famiglie, anche ai bambini figli dei migranti che non sono riconosciuti come cittadini italiani

Torino, la Festa delle Famiglie: “Diritti per tutti i bambini”

Le famiglie al centro, tutte senza distinzioni. La Festa delle Famiglie, che si è tenuta oggi in piazza Carlo Alberto a Torino, ha raccolto centinaia di persone. Tavoli, cibo, bambini, musica e bolle di sapone, per un appuntamento conviviale nella migliore tradizione del pranzo della domenica. “Grazie a tutte le persone che ci hanno sostenuto dopo la scelta di trascrivere (le nascite per le famiglie omogenitoriali, ndr). La vostra vicinanza – ha spiegato la sindaca, Chiara Appendino – ci ha aiutato a fare questa scelta importante che speriamo possa essere seguita dal Paese”. “Stiamo lavorando con l’Anci – ha aggiunto l’assessore alle famiglie, Marco Giusta – per far sì che nasca un movimento che faccia riconoscere i diritti dei bambini e delle bambine delle coppie lgbt, per arrivare verso il matrimonio egualitario”.

“Quest’anno c’è un valore aggiunto – ha spiegato Monica Cerutti, assessora alle pari opportunità della Regione Piemonte – perché le amministrazioni comunali si sono mossi per avere diritti pieni per tutte le famiglie. In passato lo ha fatto la Magistratura, oggi lo fanno i sindaci. Noi, come Regione, ci stiamo muovendo con la legge 5/2016 contro le discriminazioni”. Anche altri comuni, dopo Torino, stanno seguendo la stessa strada aperta da Chiara Appendino.

L’evento, organizzato dal Coordinamento Torino Pride, dalle Famiglie Arcobale e dalla Rete Genitori Rainbow in contemporanea in diverse città italiane, arriva dopo l’importante passo compiuto dal Comune di Torino, che con la registrazione di tre casi, tra cui quello della consigliera Pd Chiara Foglietta, ha preso posizione sul diritto dei bambini ad avere una famiglia. Una questione che, naturalmente, non si esaurisce qui, perché pesa sempre la possibilità che l’atto venga impugnato e, di conseguenza, invalidato.

“La spirito di quest’anno – ha commentato Chiara Foglietta, in piazza con il piccolo Niccolò Pietro – è di speranza. È vero, l’atto può essere impugnato, ma in quel caso ci difenderemo nelle sedi opportune”. E c’è anche un altro messaggio che arriva dalla piazza. Le famiglie, infatti, sono anche quelle dei migranti i cui figli, bloccate le ipotesi dello ius soli e dello ius culturae, non vedono riconosciuto il proprio diritto a essere cittadini italiani. Lo ripete anche Silvia Casassa, che fa parte del coordinamento delle Famiglie Arcobaleno. “Noi – ha spiegato – sappiamo cosa voglia dire non avere diritti. Vogliamo dare voce anche ai bambini figli dei migranti”.

Paolo Morelli

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