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Politica | 17 maggio 2018, 13:09

Il prossimo governo non ha alibi: o centra gli obiettivi o tutti a casa. Ora azionista di riferimento gli elettori

L'Ex senatore Esposito(Pd) a Backstage: sull'immigrazione abbiamo perso le elezioni. Tronzano ( FI): la Lega è stata più coraggiosa di noi

Il prossimo governo non ha alibi: o centra gli obiettivi o tutti a casa. Ora azionista di riferimento gli elettori

É populismo contro establishment, 1 a 0 il tema dell'ultima puntata di Backstage, il format di Torino Oggi online in diretta tutti i lunedì alle 21 sul quotidiano e sulla sua pagina facebook.

I tempi (lunghi) per la formazione del governo inducono a riflettere ancora su quanto avvenuto e su come il Paese, o meglio, il modo di fare politica in questo Paese, sia cambiato dopo il 4 marzo.

Comincia a riflettere, e lo fa, com'è suo costume, in modo del tutto diretto, l'ex senatore Pd Stefano Esposito:“ Siamo di fronte ad un cambiamento dei meccanismi tradizionali della politica. Leggere il comportamento del M5S con gli occhi della vecchia politica significa fare loro un regalo. Fanno della non verità un elemento centrale. E' sotto gli occhi di tutti. Chi si fida di loro è perchè non vuole vederne le contraddizioni, lo fa in modo del tutto fideistico. La Lega invece ha fatto un'operazione politica di grande impatto. Le va riconosciuto di aver saputo trasformare un movimento locale in un movimento nazionale. Ora si tratta di vedere come le due forze politiche sapranno costruire un'alleanza di governo”.

Una proposta che riesca a conciliare visioni a volte molto diverse: ad esempio sulla questione immigrazione, come riconosce il responsabile torinese della Lega per il settore trasporti, Federico Rolando, un passato prossimo di taxista fortemente impegnato nella battaglia contro il globalismo modello Uber: “Il percepito è reale: se la gente percepisce una situazione di insicurezza significa che quell'insicurezza c'è davvero. E la Lega ha saputo riconoscerlo”. Lo attacca Esposito: “Voi state mascherando la vostra posizione filo-Putin, l'avete dichiarata in campagna elettorale ora vi siete accorti che andare fino in fondo su questa strada significa non avere nessun incarico di governo”. Rincara la dose il consigliere regionale di Forza Italia Andrea Tronzano che fa però un distinguo: “Di Maio non può pensare di comportarsi in un contesto internazionale come ha fatto sinora. Mi fido di più di Salvini che ha una sua storia e ha fatto una gavetta. Detto ciò, Forza Italia non ha interpretato, come invece ha saputo fare la Lega, i sentimenti della gente. La discriminante è stata proprio la questione “percezione”: chi ha avuto il coraggio di dire che quel problema era reale ha vinto le elezioni, chi continuava ad usare il politicamente corretto dicendo “è percepito”, è stato sanzionato. Forse la Lega, conclude Tronzano, è stata più coraggiosa di noi”.

Palare di immigrazione significa giocoforza parlare di Europa. Cosa c'è di così convincente nel programma del M5S da aver indotto un economista come Turati ad accettare una candidatura? “E' fondamentale la questione della rinegoziazione dei trattati europei. L'Europa sta cambiando, i popoli europei stanno perseguendo un ritorno all'autodeterminazione. Il moloch europeo è diventato tanto immanente quanto inefficiente con tutte le conseguenze del caso in termini di sperequazione che ha avuto ricadute sulla vita dei cittadini. Però, attenzione, non è detto sia un rigurgito contro l'Europa, semmai contro questa Europa”.

Il cambiamento di atteggiamento si traduce anche in un cambiamento di linguaggio: “Berlusconi nel '94 ha travolto il precedente sistema politico, ha ricordato il consigliere forzista, oggi Forza Italia è stata travolta dall'onda M5S-Lega. Ora tocca a noi, politici del territorio, fare una riflessione su cosa abbiamo sbagliato. Uno di questi errori è stato permettere di essere percepiti come partito di sistema. In realtà ciò non corrisponde alla nostra indole. Certo, il nostro linguaggio non è stato capace di essere efficace, probabilmente in questa fase rivoluzionaria il nostro tono moderato non vene recepito”.

E' il momento dell'autocritica. Esposito:“C'è stata una sottovalutazione politica, anche da parte di Renzi, della questione immigrazione. Non è un caso che Berlusconi abbia chiuso i due programmi di Mediaset incentrati su questo tema. Berlusconi, che non è uno stupido, si è reso conto che anche lui aveva sottovalutato il tema”. E poi,ha aggiunto l'ex senatore rivolto a Turati, cosa ci sarebbe di nuovo a voler ridiscutere i trattati europei? E' quello che abbiamo fatto negli ultimi quattro anni. Non è che basta che lo dicano Di Maio e Salvini e la cosa si realizza. Apprezzerei di più se dicessero: vogliamo uscire dall'Europa. E comunque la distanza che separa Lega e M5S è sulle risorse. Bisogna raccontare la verità: come si concilia flat tax e reddito di cittadinanza con i conti delle Stato?” Ribatte pronto l'economista: Nel programma del M5S il reperimento di circa 70 miliardi sta nella spending review e nella razionalizzazioni delle deduzioni fiscali che oggi sono cocesse a pioggia”.

E ora? “Il Pd col suo 18% deve ripensarsi , è chiamato a a fare opposizione. Speriamo di poterla fare a qualcuno perchè è un po' difficile farla se non c'è chi governa, ironizza l'esponente Pd. “ Non c'è motivo per il Pd di fare alcuna alleanza. Ripeto: il tema immigrazione è stato sottovalutato, su quello abbiamo perso le elezioni”.

Ma saranno sufficienti i numeri attuali in Parlamento per varare novità di così ampio respiro come flat tax e reddito di cittadinanza? “I numeri sono risicati. E' anche vero che in altri Paesi europei ci sono maggioranze simili. Il rischio di imboscate comunque c'è, ammette Turati, a livello numerico credo che il fattore dirimente sia costituito da Fratelli d'Italia”.

“Io auspico questo governo perchè voglio vedere fino in fondo se siamo stati totalmente incapaci di vedere soluzioni per il bene degli italiani o se invece sono state raccontate un sacco di storie, sbotta Esposito, anche noi avremmo voluto mandare in pensione le persone a 50 anni, purtroppo le condizioni economiche del Paese non ce l'hanno consentito. Il problema è la credibilità delle proposte che verranno fatte: è lì il motivo per cui non si sta chiudendo il governo. Alla prova dei fatti le richieste di una parte e dell'altra stanno mettendo sotto stress la possibilità di portare in porto l'operazione”. Rolando è serafico e ridimensiona la questione: “ La Germania ci ha messo sei mesi, Prodi impiegò più di 100 giorni a fare un governo, si sta ragionando sulle cose da fare”.

Ed è il caso di ragionarci per bene perchè il governo frutto del 4 marzo non avrà alibi: azionista di riferimento, questa volta, è il corpo elettorale e nient'altro. E al corpo elettorale si risponde: o si realizzano gli obiettivi o si va a casa. Questa volta non si fanno prigionieri.

Patrizia Corgnati

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