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Attualità | 04 giugno 2018, 15:48

La chimica e la farmaceutica di domani studiano tra i banchi dell'Università di Torino e cercano spazi a Garessio

Accordo tra l'ateneo e Huvepharma, che ha una sede a Garessio e che cerca impulsi sull'economia circolare e sul 4.0. De Risi: "Vogliamo strutturare dottorati di ricerca e percorsi stabili sul territorio di Garessio e dintorni"

La chimica e la farmaceutica di domani studiano tra i banchi dell'Università di Torino e cercano spazi a Garessio

La chimica del futuro si affida ai talenti della ricerca dell'Università di Torino. Lo dimostra l'accordo siglato oggi tra l'ateneo e Huvepharma Italia, attiva nel settore farmaceutico, che ha una sede a Garessio molto vocata alla ricerca e allo sviluppo di un'anima sempre più green. 

I temi centrali della collaborazione saranno dunque le scienze chimiche, nelle declinazioni molto attuali di economia circolare e dell'industria 4.0, tra sicurezza sul lavoro ed efficienza energetica. Con la speranza di creare nuovi posti di lavoro, accanto al progresso tecnologico.

"Siamo a un punto di partenza e non di arrivo, che segue peraltro alcune attività di collaborazione che già esistono con la Facoltà di Chimica - spiega Nicola de Risi, ad della società - e speriamo che si crei un impatto sociale in una valle dell'altro Tanaro, dove non è facile portare eccellenza. Speriamo che la collaborazione possa portare a qualcosa di più strutturale sul territorio con continui programmi di dottorato sul territorio".

Un radicamento che andrebbe a rafforzare una situazione in cui il farmaceutico è già una delle voci più importanti sul fronte dell'export. "Ci potrebbero essere le condizioni - aggiunge de Risi - per realizzare un campus, ma siamo ancora all'inizio di questo percorso, abbiamo un progetto ancora da presentare al Mise e alla Regione, ma è una prospettiva cui stiamo pensando".

Attualmente lavorano 150 persone a Garessio (erano 140 al momento dell'acquisizione da Sanofi) e il numero dei ricercatori in arrivo dall'Università dipenderà da quanti e quali progetti di ricerca prenderanno corpo.

Massimiliano Sciullo

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