“Vogliamo far sì che tutti gli allevatori siano consapevoli dell’utilizzo degli antibiotici, arrivando a un consumo più responsabile e prudente. Ma bisogna anche che ci siano le condizioni ideali per ridurre l’uso eccessivo dei farmaci sugli animali, garantendo maggiori condizioni di benessere”. Così Silvio Borrello, direttore generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute, intervenuto a Torino per il 72° Convegno della Società Italiana delle Scienze Veterinarie (SISVET).
Un evento che ha riunito le scuole di medicina veterinaria italiane e i veterinari di sanità pubblica, coinvolgendo al Centro di Biotecnologie dell’Università di Torino 500 tra ricercatori, veterinari, aziende e operatori del settore italiani e stranieri. Patrocinato da Comune di Torino e Regione Piemonte, e sostenuto, tra gli altri, dalla Fondazione CRT, che ha finanziato la partecipazione di ben 200 precari.
Il congresso è stato l’occasione per presentare il nuovo Piano Nazionale di contrasto all’antimicrobico resistenza, reso oggi necessario dalla sempre più stretta connessione tra salute dell’uomo, degli animali e ambiente.
Tra le principali novità in arrivo, l’entrata in vigore, dal 1° settembre 2018, della ricetta veterinaria elettronica. Già sperimentata in Piemonte con diverse iniziative, rappresenta una vera svolta dopo un lungo percorso avviato molti anni fa, che ruota attorno all’importanza della prescrizione e della tracciabilità del farmaco. E proprio per contrastare il fenomeno dell’antibotico resistenza, il nuovo sistema digitalizzato permetterà di monitorare più efficacemente la gestione dei pazienti o degli allevamenti.
Tutti i numeri saranno raccolti nella banca dati del ministero, consultabile liberamente dalle Asl. “Avremo finalmente un quadro completo e reale del consumo di farmaci”, spiega Borrello, “e sarà la base di partenza per le eventuali politiche di contenimento”.
Meno farmaci e più salute, quindi. Ne beneficiano tutti: dall’animale che li assume, all’ambiente in cui vengono dispersi, fino all’uomo che ci abita.