Il nome di Italiaonline continua a riecheggiare nei corridoi di Palazzo Civico. A fare il punto della situazione è l'assessore Alberto Sacco, in occasione della Commissione Lavoro.
"Si è arrivati alla fine di un percorso iniziato con il ministro Calenda e con un primo salvataggio della sede di Torino con circa 90 persone, poi si è passati a una nuova divisione dedicata alla digitalizzazione delle piccole imprese, la Digital factory. Poi, col cambio di governo, la trattativa è proseguita fino a lunedì, con la firma a Roma dell'accordo con i sindacati: cassa integrazione di 6 mesi per ristrutturazione aziendale (e non più per chiusura) che riguarda anche i 248 lavoratori di Torino".
L'accordo, come noto, coinvolge anche la Digital factory e il destino dei 182 trasferimenti inizialmente destinati ad Assago (90 rimarranno qui, mentre chi andrà nel Milanese avrà particolari coperture).
Ma l'intenzione della Commissione è di continuare a vigilare per i prossimi 6 mesi, con aggiornamenti prima della scadenza del periodo, per capire l'evoluzione della vicenda.
"Ringraziamo tutti per la vicinanza in questo periodo così difficile - commentano i sindacati e in particolare Antonello Angeleri (Fistel CISL) -: usciamo da questa vicenda non particolarmente soddisfatti. Ma se teniamo conto dell'interlocutore che avevamo davanti, possiamo parlare di miracolo, a 5 ore dalla scadenza di una procedura di 77 giorni e in un momento di vuoto politico in termini di Governo. Ora la speranza è che si faccia in questi 6 mesi una vera riorganizzazione dell'azienda e non una mera operazione finanziaria". E poi ci sono aspetti che non soddisfano: "Per chi si deve trasferire ad Assago le coperture delle spese non possono bastare per restituire 4 ore al giorno sottratte alla famiglia. E tra chi potrebbe accettare l'incentivo all'esodo, ci sono situazioni particolari da tutelare per chi perderebbe diritti acquisiti per la pensione". E infine, un monito: "Vigiliamo perché di questa azienda non ci si può fidare, ce l'hanno già dimostrato. In Italia si deve cambiare: fare impresa deve essere un'attività costruttiva e non distruttiva".