La metà più uno. Fosse una votazione, saremmo a cavallo: maggioranza assoluta. E invece no, qui arrivano le lamentele. In particolare da parte della Uil, che contesta la decisione del Ministero della Pubblica Istruzione dopo la scelta sulle immissioni in ruolo del cosiddetto "personale Ata", ovvero quelli che fanno andare avanti le scuole proprio come gli insegnanti, ma si occupano di amministrazione, assistenza tecnica o ausiliari.
Secondo le cifre fornite dal sindacato, infatti, su una disponibilità a Torino di posti pari a 680 (suddivisi tra i vari profili in questione), il Miur ha autorizzato solo 341 nomine in ruolo. Appunto, poco più del 50%. "Ancora una volta prevale la logica economica sulla stabilità del personale precario e sull’efficienza delle Istituzioni Scolastiche - accusa Diego Meli, segretario Generale Uil scuola Piemonte -. Una decisione incomprensibile: si antepongono falsi problemi economici alla stabilità degli organici, che significa dare continuità all’azione organizzativa, al supporto didattico pratico e all’attività di assistenza agli alunni portatori di handicap, all’interno delle scuole".
In particolare, per i direttori generali del settore amministrativo arriveranno 37 persone su 111 necessarie, 97 assistenti amministrativi su 132 (e sembra quasi un successo, in confronto), 28 assistenti tecnici su 58, 178 collaboratori scolastici su 367 (i cari vecchi bidelli, insomma) e un guardarobiere su 4. Niente cuochi e niente addetti alle aziende agrarie, anche se ne sarebbero serviti 8 in tutto.
"Senza dimenticare l’impatto sociale che la precarietà ha sui lavoratori, i quali in molti casi non possono programmare la loro vita familiare - conclude Meli -. L’efficienza e la funzionalità della Scuola passano anche dalla stabilità degli organici, per questo motivo chiediamo da tempo un cambiamento di rotta".