Si è aperto oggi pomeriggio alle 17 il XXII Congresso Mondiale della Società Internazionale di diritto del lavoro e sicurezza sociale. Nella cornice quasi sospesa dei palazzi delle Nazioni Unite lungo corso Unità d'Italia, i temi sul tavolo sono di quelli scottanti. Dalle nuove tecnologie al digitale con tutto il suo bagaglio di modernità e, al tempo stesso, di minaccia al lavoro come siamo abituati a intenderlo. Dalla cosiddetta "Gigi" economy (Uber e Foodora, giusto per citare due ferite ancora non cicatrizzate) a un futuro con più zone oscure che certezze. Passando per le ipotesi di reddito universale, tra le priorità di questo governo sotto forma di Reddito di cittadinanza.
"La minaccia della rivoluzione digitale per il lavoro ha riaperto in Europa il dibattito non solo sulla flessibilità degli orari, ma sulla loro riduzione - ha detto Tiziano Treu, ex ministro e ora pesidente del Cnel e presidente della Islssl, Società Internazionale di diritto del lavoro e della sicurezza sociale -. Il cambiamento è così profondo che sta manifestando la inadeguatezza non solo delle regole tradizionali, ma delle stesse categorie fondative del diritto del lavoro, a cominciare da quella di lavoro subordinato. Non si tratta di dubbi espressi da giuristi teorici, ma da incertezze che pervadono, il legislatore, le parti sociali e le stesse decisioni della magistratura".
Oltre 500 gli esperti di queste materie che si confronteranno a Torino fino al 7 settembre. "Non ha più senso studiare soluzioni per il lavoro e la previdenza con orizzonti nazionali – ha continuato Treu -. L’affermazione del lavoro informale, la Gig economy, la flessibilità legata all’economia digitale che supera i confini geografici, hanno cambiato totalmente la prospettiva".
"Di fronte ai cambiamenti che porterà la rivoluzione dell'industria 4.0 credo che porterà più spazio alla creatività e all'artigianalità - ha aggiungo Nino Boeti, presidente del Consiglio regionale del Piemonte (mentre non sono intervenuti né il governatore Sergio Chiamparino, né la sindaca Chiara Appendino) -. Attività non ripetitive in una comunità che dovremo saper costruire con spazi e opportunità per tutti".
Impossibile in questo contesto non parlare di forme di reddito minimo, come sta accadendo anche in Italia. "Forme di salario legale minimo ormai sono diffuse in quasi tutti i Paesi - ha sottolineato Treu -. Si tratta di un istituto che integra la funzione corrispettiva della retribuzione con la funzione sociale di garantire livelli di compenso adeguati alle esigenze di vita dei lavoratori e quindi di prevenzione e di contrasto della povertà. Negli anni recenti si è anche registrato un crescente interventismo statale in molti settori del diritto del lavoro, della sicurezza sociale, e addirittura nella regolazione delle nelle relazioni industriali che sono da sempre un’area particolarmente resistente a interventi eteronomi. Questi interventi legislativi hanno solo in parte seguito traiettorie comuni". E quindi il rischio è che si creino disparità anche piuttosto consistenti.
Un altro pensiero è ancora legato alla gig economy: "La variabilità di questi lavori sconsiglia soluzioni affrettate e non è utilmente contrastata moltiplicando i tipi di contratti, come hanno fatto alcuni paesi (fra cui l’Italia)", ha detto Treu.