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Attualità | 21 settembre 2018, 11:18

Costruire la pace a Torino: un sogno che (ri)parte dai ragazzi

Celebrata alla presenza di centinaia di studenti la Giornata internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Costruire la pace a Torino: un sogno che (ri)parte dai ragazzi

Primo giorno d'autunno (o giù di lì). È un auditorium gremito di ragazzi delle scuole quello che, al quarto piano del Grattacielo Sanpaolo, celebra la Giornata internazionale della Pace delle Nazioni Unite. Sul tavolo, gli obiettivi e le speranze, ma anche i tanti conflitti che ancora affliggono il mondo, con le continue minacce della Pace.

"I campi della pace sono tanti e tanti li coltivano - dice Jeannette Shalabi, capo dell'unità partnership and programme developement dell'Onu, di origine siriana - e l'agenda che fissa al 2030 obiettivi ambiziosi è un traguardo che solo con la conoscenza si può tagliare, superando la diffidenza del diverso".

A condurre la giornata, la ex Iena Marco Berry. "Pochi sanno che l'Onu è anche a Torino e secondo me i ragazzi dovrebbero conoscerlo meglio". "Ma un altro luogo incredibile di Torino è il Sermig, dove un tempo si costituiva morte e ora si costruisce la pace. Un sogno iniziato 35 anni fa".

A far gli onori di casa, il presidente di Intesa, Gian Maria Grosso Pietro: "Cosa c'entra una banca con la giornata della Pace? La banca deve fare bene il suo lavoro, garantendo i soldi di chi si affida a lei, prestando soldi a chi li chiede e facendo gli investimenti giusti per far diventare migliore questo mondo. La banca lavora per un mondo migliore, anche attraverso la cultura e il sostegno alla ricerca, così come attraverso il fondo di beneficenza. Oppure intervenendo in casi di emergenza, come con il terremoto".

E proprio il fondatore del Sermig, Ermesto Olivero, lavorava in Sanpaolo. Poi, nel 1964, decise di fondare il Servizio missionario giovani. E dove un tempo si costruivano armi, nell'arsenale, ora si lavora esattamente all'opposto, accogliendo chi ha bisogno. Proprio a lui è stata consegnata una targa, emozionato ed emozionante. "Un pugno di ragazzi può cambiare il proprio Paese e il mondo. Me lo dissero da ragazzo. E ci ho creduto, nonostante fossi l'ultimo della classe a scuola, tartagliavo. Da quel momento mi sono sentito diverso".

Massimiliano Sciullo

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