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Attualità | 21 settembre 2018, 07:57

L’avventura in Europa riprende dalle lacrime di Ronaldo

La grinta e determinazione fanno la differenza. Vamos...

L’avventura in Europa riprende dalle lacrime di Ronaldo

La designazione di Felix Brych come arbitro a Valencia, sembrava il classico scherzo del destino. Quasi a voler ribadire che Madrid la fa da padrona nell’immaginario collettivo dei tifosi juventini. Ci fermammo a Cardiff sul più bello contro i Galacticos; abbiamo ereditato da loro il giocatore più forte del Mondo (cinco Balones de Oro) e se ‘la maledetta’ la vorremo alzare, in quello di Madrid la dovremo conquistare.
Mercoledì sera un finto fallo di Ronaldo e la successiva spettinata a Murillo, è costata, stante la consultazione dell’arbitro con l’addizionale Marco Fritz, l’espulsione al numero 7 bianconero.
La prima volta della sua storia in Champions, l’ennesima ingiustizia perpetuata contro la Juve, a ripresa di quel filone che passa da Berlino con il mancato rigore su Pogba, l’espulsione farlocca di Cuadrado a Cardiff, il rigore dato a tempo scaduto a Madrid.
Altro che bidone al posto del cuore. È ben peggio.
Vero che a parti inverse Cristiano si sarebbe adirato non poco se gli avessero mosso il ciuffo, ma da lì a giustificare un rosso diretto, ci vuole tutta l’inventiva di questa terra.
Resosi conto dell’empasse creatasi, Mr. Brych ha giustamente sanzionato il fallaccio di Parejo che, se il piede fosse stato lievemente più spostato, avrebbe non solo spettinato Cancelo, ma gli avrebbe fatto anche barba e baffi.
Poi è stato una sequela di superficialità e inesattezze, con un rigore su Bonucci sanzionabile ma che senza l’errore dell’espulsione iniziale, forse non sarebbe stato concesso con così tanta disinvoltura.
Il giallo inesistente su Alex Sandro e il rigore fischiato a Rugani, hanno legittimato il 4 in pagella all’arbitro (e, speriamo, l’estromissione dalle prossime partite europee).
Buona la prima, almeno per il punteggio e la grinta dimostrata in dieci uomini (prima, a ranghi completi, i bianconeri avevano avuto tre palle gol nitide), ma bisogna comunque acquisire la consapevolezza che per salire sul tetto d’Europa occorrerà farlo sprigionando tutto il potenziale a disposizione.
Perché, oggi come ieri, oltre la sorte, dovremo sfidare lo scarno peso politico che l’Italia calcistica gode in Europa e nel mondo.
Crediamoci. Vamos...

Beppe Franzo

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