ELEZIONI REGIONALI
 / Attualità

Attualità | 22 ottobre 2018, 07:00

Non lascio ma raddoppio: facciamo due “Tôrèt” alla memoria, uno granata e uno bianconero

Verniciamo di granata il Tôrèt e dedichiamolo a Bruno Neri, ma poi troviamone un altro e verniciamolo di bianconero alla memoria di Gian Piero Combi

Non lascio ma raddoppio: facciamo due “Tôrèt” alla memoria, uno granata e uno bianconero

In piazzale Gabriele da Gorizia, c'è un “Tôrèt”, per i forestieri la caratteristica fontanella torinese, verde e con la testa del Toro, dalla cui bocca esce l'acqua, che avrebbe dovuto essere riverniciato in granata e dedicato a Bruno Neri, il calciatore partigiano di origini faentine, che dopo Faenza, Livorno, Fiorentina e Lucchese, ha militato anche nel Torino, tra il 1937 e il 1940.

Nella sua carriera, anche tre gare con la maglia azzurra, dove si distingue, oltre che per il rendimento in campo, per essere l'unico che non saluta romanamente prima della gara, quando le formazioni sono schierate a centrocampo.

Questa cosa gli vale l'allontanamento dalla compagine azzurra e qualche rogna fuori campo. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, decide di tornare a casa, dove entra in una formazione partigiana. Il 10 luglio 1944, cade in combattimento contro una pattuglia tedesca.

Nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, il Tôrèt è stato dipinto di bianconero e su di esso è stato trovato un volantino che rivendicava il gesto, con i simboli di Juventus e Forza Nuova.

Qualcuno ha parlato di sfregio alla memoria di Bruno Neri.

Non arriverei a parlare di sfregio, in quanto la fontanella non era ancora stata ne dipinta ne intitolata, ma sicuramente si è trattato di un gesto significativo, perché piazzale Gabriele da Gorizia si trova a due passi dalla storica “Curva Filadelfia”, già Scirea e ora Primavera, in cui questi gruppi ultrà bianconeri sono nati ed hanno mosso i loro primi passi, quindi nella loro logica quello è territorio loro e sempre nella loro logica è consequenziale che si sentano in dovere di marcare il territorio.

Ovviamente, nella nostra logica,  viene letto come una provocazione e proprio per questo vorrei invitare tutti quanti ad abbassare i toni e a non giungere a conclusioni frettolose, figlie di un presunto affronto e prese “di pancia”.

Mi permetto quindi di rilanciare.

Verniciamo di granata il Tôrèt e dedichiamolo a Bruno Neri, che se lo merita abbondantemente, sia per ragioni calcistiche che sociali, ma poi troviamone un altro, in posizione adeguata, gradita e condivisa, (e qui tiro in ballo il mio amico Beppe Franzo, che sicuramente potrà dare indicazioni in merito) verniciamolo di bianconero ed intitoliamolo a Gian Piero Combi, storica figura del calcio bianconero ed azzurro, cui era intitolato il campo di gioco di via Filadelfia, che ora ha ceduto il posto alla piscina olimpica.

Campione del mondo e capitano della nazionale 1934, con Rosetta e Caligaris ha dato vita ad una delle più forti linee difensive di tutti i tempi.

Ha rappresentato un simbolo di attaccamento alla maglia, avendo passato tutta la carriera, dalle giovanili alla prima squadra e poi alla dirigenza, sempre nella Juventus. Sarebbe un bel modo di risarcirlo per la perdita del campo a favore della piscina e comunque di onorarlo.

Anche lui, come Bruno Neri,merita che il suo ricordo viva in eterno.

Ricordiamoci tutti che non è dalla negazione del valore dell'avversario o dal mancato rispetto nei suoi confronti, che nasce la nostra grandezza, ma nel riconoscimento delle sue gesta e nel rispetto della sua memoria.

E questo vale sempre, per tutti quelli che hanno onorato la loro maglia e le loro idee fino alla fine.

Domenico Beccaria

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium