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Centro | 15 novembre 2018, 06:56

Uomini di buona volontà...

La civiltà, l'educazione, il rispetto e l'onore, sono sentimenti che hanno un loro valore assoluto, non relativo, che dà lustro più a chi li attua che a chi li riceve.

Uomini di buona volontà...

Ho letto con grande interesse l'articolo del mio amico Beppe Franzo, per la rubrica “Via Filadelfia 88”. Devo dire che, fatte salve alcuni aspetti, il contenuto è condivisibile, soprattutto in prospettiva dell’imminente derby di metà dicembre.

Sarebbe certamente cosa nobile e opportuna, da parte di entrambe le tifoserie, dare prova di civiltà, ma non per schiaffeggiare moralmente un certo faziosismo giornalistico, quanto perché sia giusto e dovuto farlo. La civiltà, l'educazione, il rispetto e l'onore, sono sentimenti che hanno un loro valore assoluto, non relativo, che dà lustro più a chi li attua che a chi li riceve.

Se da una parte la teoria finemente insinuata da Beppe, ovvero che l'inchiesta di Report abbia sia mirata ad attaccare la squadra, la società, la Famiglia, tutto sommato è abbastanza veritiera, dall'altra è altrettanto veritiero che i fatti su cui si basa sono tanto reali quanto odiosi e non fanno onore a chi se ne è reso protagonista.

Non mi dà alcun fastidio sentirmi dare del bovino, anche se sarebbe più corretto dire taurino, perché comunque rientra in quella sfera di sfottò più o meno di buon gusto che in una rivalità cittadina ci possono stare, tanto che i “bovini” granata ricambiano dando degli “ovini” ai bianconeri e la cosa finisce lì.

Quello che invece stona clamorosamente, sono le offese ai morti, che non hanno alcun diritto di cittadinanza tra persone che fanno dell’onore e della mentalità ultrà una ragione di vita. Anzi. Che non hanno nessun diritto di cittadinanza tra chiunque, punto e basta.

Pensare di offendere qualcuno, già sapendo che ti costerà una cifra che non ti pesa pagare, è infame.

E in questa ottica, caro Beppe, sostenere che il derby inquisito è anteriore a quello in cui ci sono stati segnali di distensione, è un difficoltoso tentativo di arrampicarsi sugli specchi, per difendere una posizione indifendibile. Sarebbe quasi come sostenere che i lager di Hitler o i gulag di Stalin, tutto sommato non sono così gravi, perché nel frattempo Germania e Russia hanno dato segnali di democratizzazione. L’Olocausto è stato un orrore di valore assoluto, incancellabile dalla memoria, specialmente se si vuole evitare che certi abomini si ripetano e lo stesso vale per le Purghe staliniane.

Allo stesso modo, gli striscioni ed i cori su Superga ed Heysel, sono porcate che non dovrebbero mai essere esistite, non strumenti di offesa dell'avversario. Se, come tutti auspichiamo, riusciremo a mettere fine a cori e striscioni, resterà comunque indelebile la vergogna che siano esistiti.

Se si vuole schiaffeggiare moralmente certo faziosismo giornalistico, il modo migliore è di evitare comportamenti che offrano lo spunto ai giornalisti faziosi di prodursi in facili attacchi.

Offrire scuse, non è segno di debolezza, ma di forza e soprattutto crea le fondamenta su cui costruire un futuro libero da certe vergogne.

Per quanto ci riguarda, Beppe, a me fa piacere ricordare che ci siamo conosciuti grazie alla mostra “Settanta Angeli in un unico Cielo - Superga ed Heysel tragedie sorelle”, che il Museo del Grande Torino ha allestito in collaborazione con la “Sala della Memoria Heysel”, proprio per denunciare questa infamia e cercare di porvi fine.

Senza questo primo passo, non ci saremmo incontrati e, almeno per quanto mi riguarda, sarei più povero intellettualmente, non avendo avuto modo di confrontarmi con un avversario intelligente, con cui il campo del confronto sembra non aver confini.

Da quanto abbiamo avuto modo di sentire dalle intercettazioni, pare evidente che qualche responsabilità, per azioni od omissioni, la società le abbia.

Offrire le proprie scuse, sarebbe un bel modo di dire che è ora di farla finita con certe schifezze. Mettiamo un punto a quanto è stato e lavoriamo insieme per un futuro basato su Onore e Rispetto reciproco.

“Prodighiamoci, la sera del 15 dicembre, a non insultare reciprocamente i rispettivi Morti.

Aerei e bandiere inglesi seppelliamole per sempre.

RISPETTO.

Da entrambe le parti. Senza retorica, senza buonismo.

Con la rispettiva presunzione e consapevolezza di essere Unici. Di essere Altro”.

E perdonami due volte. La prima per averti “rubato” la chiusura, qui sopra riportata tra virgolette e la seconda per la battuta sdrammatizzante che segue:

Per una volta è un granata a rubare...

 

Domenico Beccaria

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