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Economia e lavoro | 20 novembre 2018, 07:56

Coldiretti Torino: una domenica a Rivara per celebrare il Ringraziamento 2018

Galliati: "La nostra azione per rinsaldare il legame con il territorio, restituire fiducia al consumatore e tutelare la biodiversità"

Coldiretti Torino: una domenica a Rivara per celebrare il Ringraziamento 2018

Domenica 25 novembre 2018 la Coldiretti di Torino celebra a Rivara la Giornata provinciale del Ringraziamento 2018. Un ritrovo che nasce, in occasione della ricorrenza di San Martino, per volontà degli agricoltori che desiderano ringraziare per i raccolti dell’annata che si è chiusa.

Il ritrovo a Rivara è previsto per le ore 10,30 in piazza Statuto, cui seguirà, alle 11, la Santa Messa nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, celebrata da don Riccardo Florio, consigliere ecclesiastico provinciale. Al termine della funzione è prevista la benedizione degli agricoltori, delle loro famiglie e delle trattrici. A seguire il saluto del Presidente di Coldiretti Torino Fabrizio Galliati e degli amministratori locali. La Giornata provinciale del Ringraziamento 2018 proseguirà con il pranzo sociale, al Palazzetto dello Sport, in via Giordano Bruno 2.

«La diversità è al centro del messaggio dei vescovi della Cei per la 68esima Giornata nazionale del Ringraziamento che ha come titolo “…secondo la propria specie… (Genesi 1,12) Per la diversità contro la disuguaglianza” - dice Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino -. Per i vescovi “I processi di omologazione globale dei mercati agroalimentari hanno mortificato quel contributo delle diversità culturali che, se ben indirizzato e nel rispetto dei diversi patrimoni, avrebbe contribuito a determinare una inclusione partecipata, sussidiaria e solidale dei popoli nell’unica famiglia umana”».

La Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, nel messaggio di quest’anno indica la necessità di “un’agricoltura contro la diseguaglianza”. I vescovi denunciano “il modello di industrializzazione, imposto dal pensiero neoliberista e mercantilista, evidente nel sistema economico-finanziario globale attuale”. Nell’associazionismo e nella condivisione che caratterizzano il modello agricolo italiano, i vescovi vedono “gli agganci necessari per rendere salda e robusta la persona, la famiglia e la comunità”.

«Per i vescovi “un sistema economico capace di rinsaldare il legame degli agricoltori con il territorio e di restituire fiducia al consumatore nella ricerca di maggiore tracciabilità e sicurezza degli alimenti - e nella domanda di conoscenza del cibo, della sua provenienza e delle sue tradizioni -, è anche capace di vivere e contemplare la biodiversità come ricchezza naturale e genetica, su cui investire al fine di garantire forme differenziate di accesso al mercato”, aggiunge Galliati. Quindi, “un’economia civile che si oppone all’economia dello scarto è un’economia che sa difendere il lavoro, riconoscendo a ogni individuo il proprio valore nel contributo personale”. Infine, citando Papa Francesco, i vescovi promuovono “l’impegno costante a programmare un’agricoltura sostenibile e diversificata”».

comunicato stampa

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