Una maxi-squalifica: due anni senza calcio, fino al 29 dicembre 2020, per l'attaccante del Pralormo Davide Rumiato, espulso durante il match sospeso contro il Perosa in Prima girone E e protagonista di un brutto gesto nei confronti dell'arbitro, la cui dinamica è stata però in parte travisata da "media" e addetti ai lavori. C'è chi - tramite il video pubblicato su Torinosportiva.it (clicca qui) - ha visto Rumiato dare uno schiaffo, chi uno schiaffetto lieve e chi un tentativo di togliere il fischietto dalla bocca per poi allontanarsi immediatamente, pentito. E ancora: c'è chi considera quel gesto come violento e chi, invece, lo considera "serio", ma non gravissimo se paragonato ad altri ben peggiori.
Una cosa è certa: il Giudice sportivo ha scritto la sua sentenza sulla base del referto dell'arbitro e quest'ultimo, essendosi recato al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Pinerolo e poi alle Molinette di Torino per accertamenti dopo aver sospeso la partita, ha descritto la situazione da tutt'altra angolazione.
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Oggi, dunque, parola proprio a Davide Rumiato, un ragazzo di 28 anni di Poirino che lavora, ha tanti hobby tra cui calcio, musica e letteratura, e che vuole raccontarsi dopo una settimana tra le più strane della sua vita.
Rumiato: "Rinnovo col cuore le mie scuse all'arbitro, al Pralormo, al presidente Marco Viti, all'allenatore, al Perosa e a tutti quelli che si sono sentiti toccati dal mio gesto. In quel momento ho dimenticato di far parte di un gruppo e questa è la cosa più brutta, perchè ho pensato alla mia reazione e al semplice istinto personale. Ho sbagliato e non ho alibi nè giustificazioni. Sono dispiaciuto e sto vivendo un momento difficile, perchè la notizia ha fatto il tam-tam di giornali e testate online. Non sono abituato a tutto ciò e voglio dirlo, perchè chi mi conosce lo sa bene...Non sono un violento, non è mai successo niente del genere nella mia piccola carriera calcistica. Pago e pagherò il mio gesto, che non ha nulla a che vedere con la filosofia del Pralormo e il suo progetto di crescita".
Continua Rumiato: "Sempre senza cercare alibi e continuando a scusarmi voglio sottolineare che, però, in alcuni articoli sono stati riportati fatti non veri. Non ho voluto dare uno schiaffo o un pugno, ma togliere il fischietto dalla bocca dell'arbitro. Un brutto gesto, ripeto, ma istintivamente mi è venuto da farlo a seguito di alcune situazioni che si sono create sul terreno di gioco. Ci sono stati poco dialogo e comunicazione, io e i miei compagni abbiamo trovato un muro eretto dall'arbitro e, ripeto ancora, sbagliando totalmente ho reagito in quel modo a quella che ho ritenuto essere permalosità ed arroganza. L'arbitro sa perchè ho reagito così, ma non voglio cercare giustificazioni".
Rumiato lancia un messaggio: "Mi piace cercare il dialogo, nella vita oltre che sul campo da gioco, e l'assenza di tutto ciò mi ha portato a perdere la testa per un attimo. Vorrei che questo episodio negativo si tramutasse in qualcosa di positivo su cui riflettere, perchè a mio avviso bisogna lavorare su un maggiore dialogo tra arbitri e giocatori. Tutti ne gioveranno. Probabilmente i direttori di gara eviteranno di ritrovarsi così spaventati come l'arbitro di Perosa, tanto da sospendere una partita, e tanti altri giocatori si fermeranno un secondo prima di compiere un gesto come il mio. Semplicemente parlando e comunicando di più, senza alzare muri".
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