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Eventi | 05 dicembre 2018, 07:10

Il Mao compie dieci anni, il nuovo direttore: “Una grande mostra ogni anno”

Il museo festeggia il decennale di attività con una settimana di eventi, fino al 9 dicembre, ma è anche la prima uscita pubblica del neo-direttore Marco Guglielminotti Trivel

Il Mao compie dieci anni, il nuovo direttore: “Una grande mostra ogni anno”

Marco Guglielminotti Trivel è un uomo risoluto e con le idee chiare. È un archeologo specializzato nella Cina e da un mese è entrato ufficialmente in carica come nuovo direttore del Mao, dopo la nomina avvenuta a fine luglio, e la sua prima attività è stata quella di occuparsi del decennale.

Il museo, infatti, è nato dieci anni fa tra dubbi e polemiche, per poi diventare un punto di riferimento per il quartiere che lo ospita, il Quadrilatero Romano, e anche per l’arte orientale in Italia. Sono partite le iniziative per celebrare questo importante anniversario, con un’apertura gratuita per tutto il giorno e una serie di incontri, convegni e concerti.

Ogni sera, fino a domenica 9 dicembre, una galleria del Mao sarà aperta e offrirà, grazie all’Associazione Quadrilatero, dei cocktail a tema. Si parte dalla Cina, ma saranno esplorati tutti gli ambiti nei quali il Mao opera. In programma anche laboratori e suq e banchetti nella tradizione letteraria arabo-persiana, oppure esibizioni di arti marziali. Giovedì, poi, si terrà un convegno al quale parteciperanno diverse realtà del territorio, tra cui Università e Politecnico, per esporre i progetti futuri legati agli spazi di via San Domenico.

E a proposito di futuro, l’occasione è stata utile anche per parlare dei prossimi piani. “Siamo passati – ha spiegato il direttore, che fu nello staff che diede vita al Mao nel 2008, ma lavorava al progetto già dal 2006 – dai musei intesi come scrigni di cultura a luoghi dove si intrattiene un dialogo con il pubblico. Sono convinto che le mostre che si aprono al mainstream siano necessarie, ma dovremo valorizzare le collezioni permanenti”.

L’idea è quella di far ruotare i materiali esposti per dare spazio a tutto (molti reperti, infatti, si trovano nei magazzini). C’è poi un’attenzione che, secondo Guglielminotti, andrà riservata all’accessibilità, con pannelli più leggibili. Senza contare lo sviluppo dei rapporti internazionali, già attivi, che porteranno a produrre mostre esportabili in altre realtà.

“Mi sto muovendo verso l’esterno – ha aggiunto il direttore – per dare più attenzione al Mao a livello internazionale, senza mai dimenticare lo stretto rapporto con il territorio. Penso di avere tre grandi mostre e tre piccole mostre all’anno, con una di quelle grandi che sarà trainante. Nel 2019 ce ne sarà una dedicata all’arte islamica, sul rapporto con l’acqua, che ha anche un significato politico molto importante”.

“Siamo partiti nel primo decennio con la scoperta – ha aggiunto Maurizio Cibrario, presidente della Fondazione Torino Musei – e adesso abbiamo l’ambizione di essere un punto d’incontro”. Una prospettiva che piace alle istituzioni. “Questo luogo – ha commentato la sindaca di Torino, Chiara Appendino – permette alla città di rafforzare i ponti con la comunità internazionale, ma ha anche una forte valenza per l’attrazione turistica”. Gli auguri di buon lavoro al nuovo direttore sono arrivati anche da Antonella Parigi, assessora regionale alla cultura: “Di lui – ha commentato – mi ha colpito la passione. Credo nella continuità amministrativa, alcuni valori vanno condivisi al di là dei colori politici”.

Per il programma delle iniziative: www.maotorino.it

Paolo Morelli

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