Una conferenza concerto, anche se le note - pur rispettando il pentagramma - hanno perso un po' di vigore con il passare del tempo. E' fissata per domani pomeriggio la decima edizione dell'appuntamento che abbina al resoconto dello stato di salute del settore artigiano del territorio anche un momento di arte e intrattenimento con la musica della la band Ivan-Wildboy.
E le cifre che saranno raccontate dal presidente di Confartigianato Piemonte, Giorgio Felici, sono quelle della quarta trimestrale del 2018 e mostra come l'ottimismo persista a vincere sul pessimismo, ma con meno margine rispetto al passato.
In particolare, per l’andamento occupazionale la positività del saldo si riduce sensibilmente scendendo dal 9,03% al 5,11%, mentre le aziende che prevedono di assumere apprendisti scendono dall’1,42% all’ 1,12%. Inoltre, le previsioni di produzione totale presentano una riduzione della positività del saldo che si riduce dal 13,11% all’11,05%. Viceversa, il saldo dei nuovi ordini migliora, salendo dal 2,68% al 4,42%.
Le stime di carnet ordini superiore ai tre mesi scendono dal 3,45% all’1,12% denotando una maggiore difficoltà a programmare sul medio periodo. Per quanto concerne i nuovi ordini per esportazioni, il saldo torna in terreno positivo, passando dal -0,06% al 4,76%.
Le imprese che intendono procedere ad investimenti per ampliamenti scendono dal 5,98% al 4,85%. Le stime di investimenti per sostituzioni scendono dal 24,76% al 22,45%. Le aziende che non prevedono investimenti salgono dal 32,15% al 44,15%. Le previsioni di regolarità negli incassi scendono dal 72,28% al 68,75%.
“Le previsioni degli artigiani piemontesi – commenta Felici – denotano alcune incertezze e preoccupazioni per il futuro. Su ciò pesano indubbiamente il rallentamento dell’economia mondiale e, soprattutto, la situazione politica italiana, con i non facili rapporti con l’Unione Europea ed il rischio di una procedura d’infrazione".
"Confidando nel senso di responsabilità del Governo e delle forze politiche tutte, e senza entrare in valutazioni che non ci competono - prosegue - riteniamo che un forte impulso all’economia del Piemonte possa venire da un’effettiva politica di rilancio degli investimenti infrastrutturali, indispensabili al miglioramento della competitività delle imprese, all’attrattività dei territori ed al potenziamento dei collegamenti con l’Europa. Porti, ferrovie, centri intermodali sono essenziali. La realizzazione delle grandi opere e la conservazione dell’esistente può dare alle piccole e medie imprese, molte delle quali artigiane, importanti occasioni di lavoro e di crescita di attività e di occupazione. Cito a titolo di esempio la ferrovia Torino – Lione, il Terzo Valico, la ricostruzione del ponte di Genova".
"Confartigianato Imprese Piemonte – conclude Felici – in piena sintonia con il livello nazionale, è impegnata nelle azioni ed iniziative a favore delle infrastrutture”.