Un calo nazionale di -26,9% in tutta Italia, mentre Mirafiori segna un -21,5%. Ancora (s)profondo rosso per Stellantis, sia negli stabilimenti di tutta la penisola che, in particolare, in quello torinese.
Lo dicono i nuovi dati di Fim Cisl, diffusi in queste ore. “Un calo molto significativo rispetto a un 2024 che era già stato negativo, difficoltà che riguardano tutti gli stabilimenti - dice Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl - e che ci colloca molto lontano da quel milione di vetture di cui si era parlato in sede governativa e stimiamo di concludere l’anno intorno alle 440mila vetture, ben sotto il mezzo milione”.
“Sapevamo che il 2025 non avrebbe invertito il 2024, ma non ci aspettavamo che ne peggiorasse così tanto il dato. I lanci produttivi della 500 ibrida a Mirafiori e di Melfi avranno effetto solo nel 2026 - aggiunge Uliano -: il momento è particolarmente complicato. La nomina del nuovo ceo speriamo porti a un confronto con i sindacati per nuove relazioni sindacali. Vogliamo garantire a ogni sito produttivo un futuro produttivo contrastando atti unilaterali per chiusure o licenziamenti”.
In particolare, Mirafiori nei primi sei mesi del 2025 ha visto produrre 15.315 vetture (erano 19.510 al giro di boa del 2024), di cui quasi tutte (15.175) sono 500 Bev. Il tutto mentre si attende lo spostamento definitivo di Maserati verso Modena di Gran Turismo e Gran Cabrio: “Sono evidenti le difficoltà di mercato di questi due modelli rispetto ai progetti iniziali. Stellantis deve chiarire che strategia intende adottare su Maserati, per modelli e volumi, visto che è l’unico marchio di lusso presente all’interno di Stellantis”.
Intanto si attende la 500 ibrida, presentata ufficialmente nei giorni scorsi a Mirafiori. “Per noi è indispensabile che si possa non solo azzerare la cassa integrazione, ma rilanciare l’occupazione viste le tante uscite volontarie degli ultimi anni”.
E il 2027 dovrebbe portare una 500bev più economica, in attesa dei nuovi modelli del 2030. “Restano i contratti di solidarietà che toccano il 40% dei lavoratori, mentre le linee Maserati sono quasi sempre ferme - dice Uliano -, tanto che molti addetti sono stati spostati alla eDCT. Sono state prodotte 45 unità in tutto, dunque dando origine a 11 giornate lavorative in tutto”.