Il miglior Toro nei derby degli ultimi quindici anni (anche migliore di quello vinto nel 2015, contro la Juve 2 e grazie ai tre pali dei bianconeri) si è arreso sabato, ma giocando alla pari e per larghi tratti anche meglio della formazione che sta schiacciando il campionato dall’alto della sua superiorità.
E’ da quanto di buono si è visto all’Olimpico, da una prestazione all’altezza anche se non confortata dal risultato, che Mazzarri deve ripartire per riuscire là dove hanno fatto i suoi predecessori e lui stesso, nel girone di ritorno dello scorso campionato: fare in modo che un derby perso non sia la pietra tombale sulle speranze di riscossa del Toro. Nel 2015, dopo il 4-0 incassato in Coppa Italia allo Stadium, la squadra di Ventura, che era a ridosso della zona Europa, entrò in crisi, infilò una lunga serie di risultati negativi, abbandonando già a gennaio ogni velleità di essere protagonista.
Nel dicembre 2016, dopo l’1-3 contro i bianconeri, il Torino di Mihajlovic non vinse più una partita fino a febbraio, facendo calare il sipario sul campionato con mesi di anticipo. Nella scorsa stagione il 4-0 nel derby di andata segnò l’inizio della fine dell’avventura di Sinisa, mentre il k.o. in quello di ritorno fu la prima di quattro sconfitte consecutive che risultarono fatali nella rincorsa all’Europa. Il Toro di quest’anno, se davvero è più forte, adesso lo deve dimostrare: contro Sassuolo (sabato a Reggio Emilia), Empoli (il giorno di Santo Stefano all’Olimpico) e Lazio (il 29 dicembre a Roma) sono in palio punti pesantissimi per chiudere al meglio il girone di andata e restare agganciati al treno delle squadre che contano.
Oltre ad una difesa da applausi, ad un Belotti generosissimo, autentico capitano e trascinatore, ad un centrocampo che non ha mai fatto respirare la Juve, ci sono anche state note negative. Come quelle relative al Var, che hanno fatto tuonare il presidente Cairo: “Con la Juve siamo particolarmente sfortunati”, ha detto il patron granata. “Si sarebbe dovuti ricorrere alla tecnologia in almeno due occasioni: una abbastanza evidente con Matuidi su Belotti e l’altra per l’intervento di Alex Sandro su Zaza. L'arbitro doveva andare a vedere la Var”. Invece non è successo, cosa che ha fatto dire a Cairo: “Penso che la sudditanza psicologica ci sia ancora”.
Non ha calcato la mano, invece, il presidente granata nei confronti di Simone Zaza, il protagonista negativo dell’episodio che ha portato al calcio di rigore, con quell’insensato passaggio indietro verso Ichazo, ma sull’ex bianconero e su Soriano (che aveva messo il like al post di Ronaldo su Instagram che celebrava il rigore vincente, salvo poi toglierlo a frittata fatta, dicendo che si era trattato di una cosa involontaria) si è scatenata la rabbia dei tifosi sui forum e sui social granata. Sono stati ricoperti di insulti e contumelie, tanto da lasciar immaginare che per loro sarà molto complicato tornare in campo con la maglia granata.
E in queste ore, con l’avvicinarsi di gennaio, iniziano a rincorrersi le voci che vogliono entrambi in partenza, con l’apertura del mercato invernale. Una cosa è certa, al di là di quanto successo durante (e dopo) l’ultimo derby: sono stati i due grandi colpi dell’estate, ma anche le due grandi delusioni del Toro finora. Il tempo per rimediare sta per scadere. Intanto la squadra ha ripreso ad allenarsi al Filadelfia per preparare la gara col Sassuolo e nelle prossime ore si capirà se Sirigu e Iago Falque potranno essere della partita.
Loro, a differenza di Soriano e Zaza, sono indispensabili a questa squadra.