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Politica | 22 gennaio 2019, 16:54

Fecondazione assistita, Accossato (LeU): "La Regione ampli subito l’età massima per i trattamenti PMA"

L'assessore Saitta si è impegnato a sollecitare il Governo e, in seconda battuta, a valutare l’anticipazione dei provvedimenti previsti con i nuovi LEA

Fecondazione assistita, Accossato (LeU): "La Regione ampli subito l’età massima per i trattamenti PMA"

Oggi in aula l’Assessore Saitta ha risposto all'interrogazione della consigliera di LeU Silvana Accossato, che chiede un intervento volto ad aumentare la platea delle donne aventi diritto alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita).

Le diverse pratiche riconducibili alla PMA sono normate dalla Legge 19 febbraio 2004, n. 40 (“Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”). La Regione ha introdotto nel 2009 le prestazioni di PMA (che non rientravano nei Livelli Essenziali di Assistenza) a carico del Servizio Sanitario Regionale nel nomenclatore tariffario della specialistica ambulatoriale. L’erogazione delle prestazioni di PMA a carico del SSR prevede l’età massima della donna fino al 45° anno per le tecniche di 1° livello e fino al 43° anno per le tecniche di 2° livello.

In base al nuovo Dpcm sui Livelli essenziali di assistenza del 12 gennaio 2017, la PMA è erogabile fino al compimento del 46° anno e fino a 6 cicli, tuttavia, fino all'approvazione delle tariffe restano in vigore le disposizioni approvate dalle singole Regioni. A oggi, il Decreto di attuazione del Dpcm non è ancora stato emanato ma, vista la grande attesa delle donne interessate, tra giugno e agosto del 2018 la Regione Emilia Romagna e la Regione Abruzzo hanno già adeguato la normativa regionale, fissando l’età per la fecondazione assistita nel servizio pubblico fino al compimento dei 46 anni d’età e il numero dei tentativi a sei.

In aula, l’Assessore Saitta si è impegnato a sollecitare il Governo e, in seconda battuta, a valutare l’anticipazione dei provvedimenti previsti con i nuovi LEA, incontrando le Regioni già intervenute in tal senso.

“Vogliamo che il Piemonte segua l’esempio delle Regioni che hanno agito d’anticipo”, dichiara Accossato – “Non si tratta di una questione burocratica, ma di intervenire sulla vita reale delle persone: ampliare l’età massima per i trattamenti PMA significa consentire a molte donne, oggi senza speranza, di poter essere madri. La Regione può decidere se interessarsi o restare indifferente ai destini personali di una parte, minoritaria ma ugualmente importante, di sue cittadine”.

 

comunicato stampa

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