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Politica | 22 gennaio 2019, 16:38

Treni ad Alta velocità, ma anche i pendolari: Giachino raddoppia la sfida

L'ex sottosegretario torna sul tema Tav, ma lancia anche una petizione online per sostenere gli spostamenti di chi usa i mezzi pubblici

Treni ad Alta velocità, ma anche i pendolari: Giachino raddoppia la sfida

Alta velocità e pendolari non sono due dimensioni necessariamente in antitesi. Ne è convinto Mino Giachino, ex sottosegretario del governo Berlusconi e ora sostenitore con Sì Lavoro Si TAV della realizzazione della Torino-Lione.

Mentre non si placa la polemica nazionale sulla grande infrastruttura, il politico rilancia, ma al tempo stesso raddoppia promuovendo una raccolta firme online per chi usa i mezzi pubblici per andare a lavoro tutti i giorni. "Esprimiamo la solidarietà al Prefetto, all'ex senatore Esposito e alle agenzie di stampa raggiunte dalle lettere minatorie - dice Giachino - Chi usa questi metodi vuol dire che non è assolutamente sicuro della bontà dei propri argomenti e idee".

"Noi che siamo certi che la TAV è l'opera più importante per rilanciare la mostra regione non ricorreremmo mai a queste cose, anzi: pensiamo che il dialogo sia prezioso e ci rendiamo disponibili con la Rai per esporre i numeri sulla Torino-Lione".

Proprio quella Rai che ha ospitato gli attacchi di Di Battista, nei giorni scorsi. E che ha aperto una ferita tra i sostenitori del TAV che fatica a rimarginarsi. "Una persona di quel calibro che ricorre a questi argomenti non è un bello spettacolo. Così come non è bello che un conduttore lautamente pagato non sia stato in grado di controbattere l'interlocutore, lasciando che Di Battista si esprimesse in quei toni e con quei contenuti", attacca Giachino.

Poi arriva l'affondo: "Come "Si lavoro Si TAV" ho dato mandato al nostro legale, avvocato Cavallo, di capire se ci sono gli estremi per querelare e invito Di Battista a fare nomi e cognomi. Fare così è da vigliacchi. Noi siamo andati in piazza con il sostegno di tante persone perbene e sono le uniche forze che abbiamo alle nostre spalle. In questo periodo storico i partiti sono ininfluenti: è la società civile che ci ha permesso i due successi di piazza a favore della Torino-Lione a novembre e a gennaio".

L'ex sottosegretario fa però anche una critica che risale negli anni. "So bene che in questi anni si è andati avanti troppo lentamente con i lavori del TAV. Se si fosse andati avanti come con il Terzo Valico, oggi non saremmo in condizione di rischiare lo stop. Non vogliamo coprire le colpe di chi ha deciso in passato".

Tornando all'attualità, poi, non consola Giachino la lista dei cantieri bloccati nel Paese e che, secondo l'esecutivo. "Delle dieci opere che il Governo vuole sbloccare non c'è la TAV. Sono opere importanti, ma nessuna di quelle aiuterebbe a sbloccare la situazione dell'economia locale come farebbe la Torino-Lione, con una crescita di economia, Pil e occupazione".

Come detto, però, l'impegno vuole ampliarsi anche ai trasporti più capillari sul territorio. Da ieri sera (sul sito di Change.org) è online una petizione a favore dei pendolari. Indirizzata ad Appendino, Chiamparino, ma anche Conte, Toninelli e Salvini.

"Una petizione perché si faccia molto di più per i pendolari che utilizzano i mezzi pubblici, perché non sono figli di un dio minore. E invece si devono muovere tra scioperi e disservizi. Serve un impegno nei confronti di queste persone che usano i mezzi per andare a lavorare. E i trasporti incidono per il 14% sul bilancio delle famiglie e a questa spesa deve corrispondere qualità".

Il caso della metro ferma a Bengasi è esemplare, secondo Giachino. "Ne penso tutto il male possibile. Quei lavori sono iniziati solo grazie alle Olimpiadi e se avessi avuto incarichi di responsabilità sul territorio, oggi, mi vergognerei. L'autostrada del Sole è stata conclusa in 8 anni e qui, in 13 anni, non si è conclusa ancora la linea 1. E manca del tutto un progetto per la linea 2. In politica è la competenza che fa la differenza".

"Torino era abituata ad amministrazioni che guardavano al futuro, mentre ora siamo caduti al punto più basso".

Massimiliano Sciullo

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