In controtendenza rispetto all’andamento generale cresce la produzione industriale nell’alimentare che fa segnare un aumento dello 0,5%. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento ai dati dell’Istat sulla produzione industriale nel mese di gennaio.
In Piemonte si confermano i dati nazionali: a trainare infatti è il comparto alimentare, si spendono in media 478 euro al mese per la spesa (18%) che, tra le voci, è seconda solo a quanto si spende per l’abitazione (34%). In particolare nel capoluogo piemontese è la carne a rappresentare la quota più ampia del carrello alimentare, con il 21,8% della spesa; seguono latte, formaggi e uova (14,2%), pane e cereali (13,6%), e verdura (il 12,2%). Minore incidenza per le bevande (il 7,3%), per il pesce (il 5,4%), per i cibi pronti, da asporto, gastronomia (il 3,8%) e per gli oli e i grassi (il 2,1%).
“L’alimentare è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale - spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale - poiché, anche a livello territoriale, è la voce principale dopo l’abitazione. Un risultato che non deve essere vanificato dall’ aumento dell’Iva che potrebbe colpire prodotti simbolo del nostro territorio: dal riso alla carne fino al miele, facendo in modo che i consumatori facciano scelte di acquisto badando più al prezzo che alla qualità dei prodotti andando ad indebolire così l'economia del Made in Italy e di tutto il comparto agroalimentare piemontese".
"Sicuramente a sostegno dell’alimentare, il via definitivo dell’obbligo di indicare in etichetta il luogo di provenienza geografica che valorizza il patrimonio enogastronomico piemontese”.