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Economia e lavoro | 26 marzo 2019, 18:39

Non più Ivrea ma Brescia: proposta beffa nella vertenza delle ex lavoratrici Giordano Vini

Oggi il previsto presidio in piazza del Duomo ad Alba, seguito da un incontro in municipio. Alle 87 addette del servizio clienti di Diano d'Alba e Torino l’offerta di trasferirsi nella sede lombarda di Koinè

Non più Ivrea ma Brescia: proposta beffa nella vertenza delle ex lavoratrici Giordano Vini

Poche nuove, per nulla buone, sono giunte dal presidio che nel primo pomeriggio di oggi, martedì 26 marzo, ha portato ai piedi del municipio albese le addette del servizio clienti Giordano Vini a rischio del posto di lavoro per la decisione dell’azienda di Diano d’Alba di appaltare a un nuovo soggetto – il gruppo Comdata – le mansioni post vendita prima svolte internamente e due anni fa affidate alla società di servizi veneta Koinè.

Una decisione che di fatto lascerebbe senza occupazione le 41 lavoratrici finora impiegate negli uffici di Valle Talloria e altre 46 colleghe impiegate da Koinè nei propri uffici di via Bologna a Torino.

Proprio dalla volontà di opporsi a quelli che lavoratrici e rappresentanti sindacali hanno sin da subito condannato come "licenziamenti mascherati", e di richiamare la storica cantina dianese alle proprie responsabilità rispetto a persone che per decenni hanno operato alle sue dipendenze, la scelta di scendere in piazza con la manifestazione di oggi, dopo che un primo incontro del tavolo aperto sulla vicenda presso l’Assessorato Lavoro della Regione Piemonte non ha purtroppo portato a significativi passi in avanti.

Un passo non in avanti, ma di lato è invece quello al centro dell’aggiornamento al centro oggi del confronto tra le stesse lavoratrici e i sindacalisti che seguono la vertenza – il rappresentante della Slc Cgil Walter Biancotto e quello della Fistel Cisl Sergio De Salve, insieme alla Rsu Cgil Paola Colombo e al segretario generale della Camera del Lavoro di Cuneo Davide Masera.

Se sinora era stata la Comdata a farsi carico di proporre a queste 86 figure una potenziale riassunzione in ottemperanza alla cosiddetta "clausola sociale" prevista dalla normativa in materia di appalti – riassunzione di fatto impraticabile, visto che la sede di lavoro sarebbe diventata quella di Ivrea –, ora la palla è tornata alla Koinè, che alle stesse lavoratrici ha ora ventilato la possibilità di proseguire il rapporto di lavoro avviato due anni fa, ma se possibile più lontano, nella sua sede di Brescia.

Nuovamente scontata quindi l’impossibilità ad accettare delle interessate, che rispetto alla situazione di partenza avranno ora il misero vantaggio di vedersi retribuite tre settimane di mancato preavviso, quanto cioè previsto per legge per la tardiva presentazione di richieste di trasferimento.

Uscita di scena Comdata e prossima a farlo Koinè, l’attenzione torna a allora a concentrarsi su Giordano Vini, richiamata in causa dai diversi interventi che si sono susseguiti in municipio, dove il presidio si è poi spostato, col presidente del Consiglio comunale Roberto Giachino e gli assessori Anna Chiara Cavallotto, Alberto Gatto e Luigi Garassino a fare gli onori di casa data l’indisponibilità del sindaco Marello (oggi a Roma per impegni personali già assunti in precedenza) e soprattutto ad assicurare la solidarietà e l’interessamento alla vicenda dell’Amministrazione albese.

"Giordano finora si è sottratta a ogni nostra richiesta di confronto – hanno ribadito Colombo, Biancotto e De Salve –, sostenendo che queste lavoratrici non sono sue dipendenti. Eppure parliamo di persone che da anni, in alcuni casi anche decenni, lavorano ogni giorno per lei, salendo le stesse scale, occupando gli stessi uffici, utilizzando le stesse scrivanie. Ora se ne lava le mani. La verità è che tra la prima esternalizzazione e questo secondo appalto Giordano ci ha confezionato un 'bel pacchetto'. Un trattamento che giuridicamente ci lascia forse pochi o nulli margini di azione, ma che continueremo comunque a denunciare in quanto espressione di una logica che va fermata. Questo non è il modo responsabile di fare impresa di cui le nostre associazioni industriali si riempiono la bocca ogni giorno e un’azienda che vive anche della propria immagine e reputazione dovrebbe volerne tenere conto".

Dopo quello nel municipio albese, sempre nel pomeriggio di oggi lavoratrici e sindacalisti erano attesi a un secondo confronto a Diano d’Alba, con l’Amministrazione comunale guidata da Ezio Cardinale.

Per domani, mercoledì 27 marzo, alle ore 15, è invece in programma il secondo incontro presso l’Assessorato al Lavoro della Regione.

Ezio Massucco

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