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Economia e lavoro | 07 maggio 2019, 16:26

Non solo manifattura, Scai mostra l'anima "informatica" di Torino

Fondato nel 1973, il Gruppo si occupa di software e innovazione. Con 10 sedi in Italia conta oltre mille dipendenti e 90 milioni di fatturato. "Ma siamo sempre a caccia di nuovi talenti"

Non solo manifattura, Scai mostra l'anima "informatica" di Torino

Non solo automotive. Torino porta avanti anche tradizioni diverse, come quella del Gruppo Scai, che dal 1973 si occupa di software, di informatica e di innovazione digitale. Qui ha fatto tappa per il suo quarto appuntamento (su un totale di 6) il Craft Valley tour 2019, ciclo di visite organizzato dal Gruppo Giovani imprenditori dell'Unione industriale di Torino, che però si scosta dalla manufactoring per approdare al mondo dei servizi.

Guidato da Massimiliano Cipolletta, ad e direttore generale, ma anche vicepresidente dell'Unione Industriale torinese, l'azienda sorge con la sua sede principale in corso Tazzoli 223. Ha un fatturato di circa 90 milioni e conta altre 9 stabilimenti in tutto il Paese: Milano, Genova, Padova, Bologna, Forlì, Roma, Napoli, Bari e Cosenza. In tutto, gli addetti sono circa 1200, tra dipendenti e collaboratori. Circa 300 i dipendenti a Torino.

Parola d'ordine, "evoluzione". "Siamo molto orgogliosi di aver aperto le porte ai professionisti del mondo della scuola per raccontare il nostro modo di fare cultura, di fare impresa e creare rete attraverso la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione", spiega Claudia Pizzato, corporate HR manager del gruppo Scai. "L'evoluzione tecnologica, soprattutto nel mondo digitale, va pensata anche come attitudine che permette alle persone di portare avanti progetti di successo".

E proprio nell'ambito delle competenze, Scai è attiva nel mondo dell'alternanza scuola-lavoro. "La sfida è duplice: da un lato fronteggiamo contesti di mercato in continuo cambiamento e dall'altro lato c'è una sfida per i giovani talenti a cui sono sempre più richiesti, oltre alle skill tecniche, anche dinamismo e disposizione a imparare".

"Siamo un comparto che fa fatica a raccontarsi, ma copriamo diversi ambiti, - dice Cipolletta - spaziando da quello manifatturiero a quello digitale. Si percepisce la necessità di cambiare il modello organizzativo e di produzione, che non va più solo a interessare i servizi: e noi qui pronti ad accompagnare le imprese in questo cammino di digitalizzazione".

Insomma, è sempre più il momento del 4.0. "Ormai l'informatica è invasiva e pervade ogni nostra attività quotidiana e in generale noi lavoriamo nel rendere sempre più meccaniche quelle attività che prima erano solo manuali".Mentre la sfida della ricerca di personale è ancora molto attuale. "Il nostro personale, circa 1300 addetti più fornitori e consulenti esterni, è molto legato a figure tecniche, progettando e implementando software. Ma anche analisti tecnici, funzionali e di processo. Quando ci confrontiamo con la parte formativa, facciamo passare il messaggio che non servono solo ingegneri, ma anche competenze economiche e altro ancora. Ci sono addirittura laureati in filosofia e in lettere, dunque la sfida è provare ad abbinare competenze di altri settori comunque vicini".

Massimiliano Sciullo

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