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Eventi | 14 maggio 2019, 11:39

Beni Comuni, a Torino tre nuove modalità per la loro gestione

Si tratta dell'uso civico e collettivo, della gestione collettiva e la Fondazione Bene Comune

Beni Comuni, a Torino tre nuove modalità per la loro gestione

Varata oggi dalla Giunta comunale la revisione del Regolamento dei Beni comuni, frutto del lavoro congiunto di diversi uffici dell’Amministrazione e della collaborazione dell’Università di Torino.

A distanza di tre anni dall’approvazione del Regolamento, nato nel periodo in cui diverse città italiane approvavano propri strumenti amministrativi per la gestione dei beni comuni, anche grazie alla sperimentazione attuata con il progetto europeo Co-City, è ora possibile tracciare un quadro di criticità e di opportunità di miglioramento di quel Regolamento. Questo a partire sia dalle esperienze condotte finora dalla Città, attraverso attività di co-progettazione, sia dal confronto che la Città ha avviato con altre realtà italiane ed europee che stanno affrontando il tema dei beni comuni urbani. Ciò ha consentito all’Amministrazione di affiancare al modello esistente, fondato su un’idea di “cittadinanza attiva” che si prende cura in forma diretta di alcuni spazi della propria città, la costruzione di nuovi modelli che hanno l’obiettivo di perseguire un rapporto autenticamente paritetico con gli e le abitanti.

L’Amministrazione ha collaborato con un gruppo di lavoro dell’Università degli studi di Torino, coordinato dal professor Ugo Mattei, per proporre la revisione degli strumenti giuridici di governo dei beni comuni. Il risultato, frutto del congiunto anche di diversi uffici dell’Amministrazione, è il regolamento proposto, che identifica alcune importanti novità a livello italiano nella valorizzazione dei percorsi di costruzione di comunità e salvaguardia dei beni comuni a vantaggio delle generazioni future, attraverso la possibilità di istituire o riconoscere strumenti di governo dei beni comuni sempre più avanzati, complessi e adatti alle esigenze ecologiche e di lungo periodo delle nostre comunità.

Oltre al Patto di collaborazione quindi ecco comparire nel regolamento tre nuove modalità: l’Uso civico e collettivo urbano, la Gestione collettiva civica e la Fondazione dei Beni Comuni. L’Uso civico e collettivo urbano prevede che una comunità di riferimento (cioè un insieme informale di soggetti civici, siano esse persone fisiche o persone giuridiche) possa definire una carta di auto-governo per disciplinare le modalità con cui utilizzare un bene comune messo a disposizione, ma custodito, dalla Pubblica Amministrazione. La Gestione collettiva civica è il coinvolgimento di una comunità di riferimento per la gestione di un bene pubblico. In questo caso, a differenza del precedente, il bene comune viene consegnato alla comunità che lo prende in carico, anche se la proprietà rimane all’Amministrazione. Anche in questo caso le modalità di gestione sono definite in una Carta di auto-governo.

Terzo strumento per l’auto-governo è la Fondazione Bene Comune attraverso il quale la Città può conferire uno o più o beni a Fondazioni costituite con lo scopo di gestire tali beni. I beni conferiti vengono a costituire patrimonio a destinazione vincolata e inalienabile della Fondazione. Inoltre, al fine di mediare il rapporto tra cittadinanza e Amministrazione, con funzioni consultive e di arbitrato, il regolamento istituisce la Giuria dei Beni Comuni.

Particolare attenzione è stata posta alla scrittura dei valori fondanti, che sono esplicitati nel regolamento ispirandosi ai principi di fiducia e buona fede, pubblicità e trasparenza, inclusione e accesso, pari opportunità e contrasto alle discriminazioni, sostenibilità e rigenerazione ecologica, informalità, territorialità, autonomia civica e non surrogazione. Soprattutto sul tema della formazione si è voluto investire sia da un punto di vista di diffusione della cultura dei beni comuni sia alla costruzione di spazi particolarmente attenti nel contrasto alla violenza maschile e di genere e nei confronti di tutte le discriminazioni, mutuando esperienze positive di formazione e autoformazione già in atto in alcuni spazi della città.

comunicato stampa

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