Cinque anni fa Sergio Chiamparino guadagnò la soglia del Palazzo regionale forte di 1 milione e 57mila preferenze, il 47% del totale, avendo buon gioco nella vittoria conseguita su una destra che, con Gilberto Pichetto Fratin (22,9%), Guido Crosetto (5,24%) ed Enrico Costa (2,98%) si presentò divisa all'esame delle urne.
Con una Lega a guida Salvini che nelle campagne della Granda e di tutto il Piemonte si dimostra capace di numeri che ricordano le migliori stagioni della Balena bianca democristiana, al governatore uscente potrebbero non bastare le preferenze raccolte in un capoluogo regionale lui pure non esente dal fascino del Capitano, visto il 31,74% che il Carroccio ha raccolto anche in provincia di Torino, pure qui primo partito, mentre solo nella roccaforte del capoluogo il Pd ha conservato la leadership: 33,47% contro il 26,89% della Lega
A decretarlo sarà spoglio al via in tutto il Piemonte a minuti, dalle ore 14, dopo che gli exit poll usciti alle 23 di ieri sera, poco dopo la chiusura delle urne, hanno già accreditato Alberto Cirio quale favorito della conta con una forbice attestata tra il 45 e il 49%, contro il 36,5-40,5% del suo rivale (fonte Consorzio Opinio Italia).
Il 46enne ormai ex europarlamentare di Forza Italia, ha voluto seguire l’aggiornamento dei dati sullo scrutinio dal suo ufficio di Alba, in via Pertinace, a pochi metri da quel municipio che ormai 24 anni fa lo vide giovanissimo vicesindaco, allora per i colori della Lega e a sostegno di una giunta di centrosinistra.
Da quella Lega sarebbe poi uscito - espulso secondo qualcuno - in seguito al pasticcio della "lista Comino" e al mezzo pestaggio che i militanti della Granda (tra i quali lo stesso Cirio) subirono per la lesa maestà commessa nei confronti di un "senatur" Umberto Bossi la cui leadership incontrastata era stata messa in discussione dall’ex ministro di Morozzo al congresso di Varese del 1999.
Un dispetto rispetto al quale, a distanza di vent’anni, oggi la Lega si appresta a farsi perdonare, sostenendo il candidato albese alla poltrona di governatore in quella giunta regionale nella quale lo stesso esponente di Forza Italia già sedette negli anni 2010-2014, allora come assessore del novarese Roberto Cota, altro leghista passato a miglior vita politica.
In Breve
martedì 30 maggio