Frattura insanabile, spaccatura e di nuovo unione. Gli equilibri nel Comune di Venaria si reggono ormai su un sottilissimo filo, tenuto alle due estremità dal sindaco Roberto Falcone da una parte e dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Guido Ruento dall’altra.
Dopo le dimissioni di Stasi, Battafarano e Antico, tre consiglieri dissidenti del Movimento 5 Stelle, e la rinuncia di Accorsi alla carica di presidente del Consiglio, in molti avevano ventilato l’ipotesi di dimissioni per il sindaco Falcone. Un’opzione, che sebbene sia stata probabilmente contemplata nelle ore terribili vissute dentro il municipio di Venaria, non sarà presa in considerazione dal primo cittadino. Anzi. Falcone, dopo la spaccatura interna, rilancia: “Non mi dimetto. Le beghe interne ci hanno fatto perdere tempo ed energie, ma sono convinto che con i nuovi equilibri potremo lavorare su temi d’interesse per i cittadini di Venaria”.
Di certo, dopo l’addio di Luca Stasi, Giovanni Battafarano e Rosa Antico, il Consiglio comunale di Venaria si presenta in una veste totalmente nuova e complessa. Solo uno dei tre consiglieri verrà sostituito con l’ingresso di Matteo Bottari, configurando così una situazione con 12 consiglieri del Movimento 5 Stelle, 10 di minoranza e uno di gruppo misto. Insomma, una maggioranza più che mai risicata, per un equilibrio decisamente precario, complicato ulteriormente dalla posizione di Andrea Accorsi: il presidente del Consiglio comunale avrebbe infatti manifestato la volontà di rinunciare a quel ruolo, senza però dimettersi. Sulla possibile collocazione di Accorsi è quindi intervenuto ll capogruppo Ruento: “Andrà nel gruppo misto di minoranza o in un altro gruppo consiliare: si troverà più a suo agio di quanto lo fosse nel gruppo di maggioranza”. Lo scenario è quello di un Consiglio con meno consiglieri, nella speranza che gli interessi personali possano essere messi da parte in favore del bene comune.
Eppure, i temi importanti da affrontare non mancano, anzi: nei prossimi giorni, il Consiglio avrà l’obbligo di votare due delibere fondamentali nel bilancio previsionale 2019-2021. Ecco perché, il rischio che la maggioranza possa nuovamente cadere è concreto. Falcone, dal canto suo, non sembra essere preoccupato, anzi: “Teniamo duro, questa città non ha bisogno dell’ennesimo commissariamento, lavoriamo con serenità e senza pregiudizi insieme alle forze d’opposizione”. Quello del sindaco di Venaria, di fatto, è quasi un appello a terminare gli ultimi mesi di legislatura, senza creare un vuoto politico che possa danneggiare la comunità di Venaria Reale. “Dobbiamo andare avanti, lo dobbiamo alla città che ci a votato chiedendo un segno di discontinuità con il passato” ha affermato Falcone, consapevole di avere davanti a sé mesi difficili, di ardue battaglie politiche.
Nonostante le difficoltà, il primo cittadino - arrabbiato per la spaccatura che rischia di danneggiare la comunità e deluso dal punto di vista personale per gli attacchi subiti - non solo non cede a chi ne aveva chiesto le dimissioni, ma tiene aperte le porte a un possibile secondo mandato: “Non è il momento per pensarci, di certo se dovessi ricandidarmi lo farei all’interno del M5s. E se non fossi io il candidato, appoggerei comunque la persona scelta”. Parole coraggiose, che serrano le fila nella speranza di superare il momento difficile vissuto dal M5s di Venaria.
Un momento non così diverso da quello vissuto dai colleghi pentastellati a Torino. Analizzando la situazione e la pluralità di idee e valori presenti in un movimento politico come quello grillino, Falcone ammette: “La pluralità è un valore, ma va saputa gestire e incanalata. L’obiettivo deve essere progredire insieme, senza sbarramenti e chiusure”. Così, sulla base di queste parole, il Movimento 5 Stelle proverà ad andare avanti.